Per la 46esima edizione di Corciano Festival, in scena dal 7 al 22 agosto, è previsto un atteso ritorno nella sezione teatro: la seconda edizione di “Voci della Luna” che avrà come filo conduttore il Belpaese e i suoi colori contrastanti, le sue bellezze e i suoi linguaggi, a cura di Maurizio Schmidh ed Elisabetta Vergani del Farneto Teatro. Si inizia l'8 agosto, alle ore 21.15, con “Giro d'Italia”, una scanzonata sequenza di poesie e ballate dedicate alle diverse città italiane, utilizzando i suoni e i dialetti dello stivale: un piccolo tour di immagini poetiche e di scherzose cartoline nazionali. Alle ore 22, “Per troppa vita che ho nel sangue”, opera letteraria della grande poetessa del '900 Antonia Pozzi, mentre alle 22.45 con “Basso napoletano” si affronterà un percorso tra i suoni e le parole di una “napoletanità” primitiva e a tratti brutale, spaziando da Eduardo e Viviani a Totò, da De Simone e Moscato ad Angelo Manna fino ai testi di canzoni celebri. La serata di martedì 10 agosto è, idedicata al comico “sui generis” Paolo Rossi che presenterà uno spettacolo poetico alla rovescia: il repertorio antologico del meglio dell'artista, dai monologhi comici e tragici, alle canzoni che hanno sottolineato i vizi dell'Italia degli ultimi vent'anni, fino ai brani dal recentissimo “Mistero Buffo” di Dario Fo, nella versione pop a fianco di Lucia Vasini. L'11 agosto, alle ore 21.15, serata dedicata ad una profonda riflessione con “Ballate dal carcere e dalla diversità”, tema toccante sulla maniera in cui tutti possiamo considerarci malfattori, in cui tutti abbiamo bisogno di essere perdonati. Il tutto arricchito da racconti di Oscar Wilde, da aneliti alla libertà di Emily Bronte e dalle liriche di Sandro Penna. A seguire, alle ore 22, “Manicomio e ritorno” in cui verranno narrate le vicende di tre grandi poetesse che hanno avvicinato ai loro componimenti tematiche che nessuno aveva mai osato affrontare: Ann Sexton e Sylvia Plath sono divenute, col loro suicidio, portavoci inconsapevoli delle generazioni arrabbiate e disilluse degli anni '60 e '70, così come è stata segnata l'esistenza di Alda Merini dopo l'esperienza in un ospedale psichiatrico. A chiudere la serata “Howl for Carl Solomon”, l'urlo di Allen Ginsberg, il poema “cult” della beat generation sui danni compiuti dalla civiltà contemporanea nei confronti della sua generazione. Serata conclusiva giovedì 12 agosto con “Canti e ballate per l'Italia”, poemetto del 1904 sull'emigrazione guardata con sgomento come perdita d'identità e fattore di estraneità reciproca fra chi è partito e i parenti rimasti in patria a conservare arcaiche abitudini di vita. A seguire “Ventisette minuti di futurismo italico”, doveroso passaggio attraverso Marinetti e Palazzeschi che costituiscono due maniere opposte di guardare al futurismo. Gran finale, alle 22.45, con miscellanea di musiche e poesie ad accompagnare il cammino storico nella poesia italiana attraverso il sogno di una nazione e il suo frequente tradimento.