Il 44enne cittadino albanese era stato arrestato nel mese di novembre del 2022 per furto in abitazione e detenzione di oltre 500 gr. di cocaina
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Perugia hanno eseguito, nei confronti di un cittadino straniero residente a Perugia, due provvedimenti dell’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Perugia, che sostituiscono gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico con quella maggiormente afflittiva della detenzione in carcere.
Al 44enne cittadino albanese, tratto in arresto nella flagranza di reato nel mese di novembre del 2022 per furto in abitazione e detenzione di oltre 500 gr. di cocaina, erano stati recentemente concessi gli arresti domiciliari dopo un periodo di detenzione in carcere. In quell’ambito i Carabinieri – coordinati dalla Procura della Repubblica di Perugia – avevano accertato responsabilità penali dell’uomo ritenuto figura di riferimento per un gruppo di connazionali dediti a furti in appartamento consumati in serie: ben 23. Per tali fatti l’uomo veniva condannato alla pena di anni tre e nei suoi confronti veniva disposta la misura degli arresti domiciliari. In data antecedente ai fatti che avevano portato alla suddetta condanna, questa Procura aveva già iscritto, sempre a carico del 44enne albanese, un altro procedimento penale per fatti analoghi nel cui ambito veniva chiesta e ottenuta dal GIP la misura cautelare degli arresti domiciliari da scontare presso la propria abitazione.
Il monitoraggio operato dai militari dell’Arma nell’ultimo periodo ha però consentito di riscontrare che l’uomo – durante la detenzione domiciliare, non rispettando le prescrizioni imposte – ha continuato ad intrattenere rapporti con pregiudicati, non solo attraverso i social network, ma anche attraverso incontri che avvenivano all’interno dell’abitazione a lui in uso contravvenendo in tal modo alle disposizioni impartire dall’Autorità.
Ritenuto pertanto che la misura degli arresti domiciliare è apparsa manifestamente inadeguata alla luce della pericolosità dei contatti non autorizzati e intrattenuti dall’imputato la Procura ha chiesto un aggravamento della misura in corso. Entrambi i GG II PP ritenuto che ogni altra misura appare inidonea a garantire il rischio della recidivanza hanno emesso in sostituzione della misura degli arresti domiciliari la misura cautelare della custodia in carcere.