Daniele Carissimi "Ho una rispettabilità ed onorabilità costruita giorno per giorno che difenderò fino allo stremo delle forze"
In seguito alle recenti interrogazioni parlamentari e comunali sulla ‘questione Cesi’ e sugli affidi diretti di SII ed Asm al consiegliere regionale Daniele Carissimi, lo stesso esponente della Lega chiarisce la sua posizione che riportiamo integralmente.
In questi giorni sono stato preso di mira personalmente e violentemente da alcuni esponenti politici attraverso interrogazioni a raffica e articoli di giornale.
Prima mi si addebita un fantomatico “potenziale conflitto di interessi” per la gestione di un albergo a Cesi che abbiamo preso in concessione due anni fa, e quindi ben prima che il borgo abbandonato fosse scelto dal bando PNRR, smentito dalla semplice logica e adesso vengo attaccato addirittura per il mio lavoro da avvocato che svolgo da venticinque anni, che ci ha portato ad essere premiati come il miglior studio di diritto ambientale italiano del 2019 ben prima, quindi, di alcuna esperienza politica.
Quanto a Cesi il Comune di Terni (https://www.comune.terni.it/…/progetto-cesi-una-bella-e…) ha chiarito quello che era già solare smascherando l’inconsistenza e la superficialità degli addebiti che hanno miseramente dimostrato che i medesimi aguzzini neanche hanno avuto la capacità o la voglia di leggere le carte inscenando un teatro in tutte le sedi istituzionali in cui hanno dimostrato lo spessore della critica indicando imprecisioni e anche talune falsità (ad esempio quella che la ristrutturazione venisse garantita con fondi pubblici quando invece, saremo noi, a pagare oltre 700.000 euro al Comune con il canone di concessione nei prossimi trent’anni ed a farci carico della spesa per la ristrutturazione di beni immobili comunali inattivi da quindici anni).
Quanto alla mia professione forense, che riprenderò evidentemente a svolgere alla fine del mio mandato, ricordo a chi non lo sapesse che sono un avvocato che si è affermato nel settore ambientale e che ha costruito una sua carriera attraverso l’impegno e i risultati ottenuti sul campo assistendo operatori nazionali di massimo livello. Non certo attraverso la politica che mi ha solo “tolto” e non certo “dato” da un punto di vista strettamente professionale.
Non si dimentichi che nel nostro studio legale lavorano venti soggetti. Venti persone, tra soci, collaboratori e dipendenti, i cui stipendi sono minacciati da tali improvvidi attacchi che provocano allarme ma anche revoche degli incarichi, in maniera del tutto immotivata ed ingiusta, ma nonostante ciò ogni giorno continuano evidentemente a fare il loro lavoro a prescindere dal mio impegno politico per campare. Me ne scuso con loro per i problemi che non hanno certo diritto di sopportare.
Da quando sono stato eletto sapevo che non avrei più avuto il tempo per svolgere la professione in quanto sono dedicato pressoché integralmente alle esigenze degli umbri cercando di contribuire, nel mio piccolo, a migliorare le norme e le dinamiche regionali rispettando il patto stretto con gli elettori che mi hanno preferito auspicando che me ne daranno atto quando sarà il momento di fare i bilanci al fine di giustificare la sopportazione di questi fiaccanti stillicidi.
Per dovere di chiarezza specifico che lavoriamo con il SII dal 2003 e con l’ASM da almeno dieci anni, società partecipate dal Comune di Terni – e non certo dalla Regione Umbria – e ho patrocinato per loro centinaia di posizioni solo perché siamo riconosciuti come validi professionisti nel settore ambientale e non certo perché sono un esponente politico divenuto tale venti anni dopo il primo incarico ricevuto da tali società.
Non abbiamo ovviamente alcuna incompatibilità o conflitti di interesse con enti comunali, e quindi neanche con il Comune di Terni, e tanto meno con le sue partecipate che rimangono peraltro soggetti distinti ed autonomi anche dallo stesso ente comunale, in quanto come Consigliere Regionale le regole mi impediscono di ricevere incarichi dalla sola Regione, ente presso il quale presto il mandato e con il quale naturalmente non ho mai lavorato.
Per chi non lo sapesse le incompatibilità anche professionali sono verificate puntualmente ogni anno dagli uffici Regione e naturalmente sono/siamo perfettamente in regola come è già noto ai curiosi consiglieri dell’opposizione e pubblicato dal sito regionale; fare un’interrogazione per sapere dei contratti del nostro lavoro in una società partecipata del Comune certifica in maniera incontrovertibile le finalità speculative e proditorie dei promotori attesa la pacifica conoscenza delle regole dell’incompatibilità che mai mi sognerei di non rispettare.
Preciso che mi sono prestato alla politica per spirito di servizio e non certo per interesse personale dato che, tanto per dare una riprova, ora guadagno meno della metà di quanto guadagnavo prima della mia elezione due anni fa, avendo voluto (per mia scelta personale sia chiaro e senza rimpianti) rinunciare a incarichi in questa parentesi del mandato elettorale esclusivamente per mancanza di tempo e non certo per mancanza di occasioni.
Quindi ora è davvero finito il tempo delle speculazioni politiche e inizia quello delle responsabilità.
Ho una rispettabilità ed onorabilità costruita giorno per giorno che difenderò fino allo stremo delle forze per la mia famiglia e per i miei collaboratori e non consento a nessuno di metterla a repentaglio a causa di quattro annoiati sodali, sedicenti politici probabilmente in cerca di vanagloria giornalistica o in cerca di streghe da bruciare, che sfruttano non certo per finalità di interesse pubblico le loro prerogative elettive che consente loro di sparare interrogazioni e concentrarsi sulla cattura di innocenti da consegnare al pubblico ludibrio senza processo sognando di abbeverarsi del loro sangue per placare i loro malcelati istinti.
Le responsabilità che nascono da questi attacchi sbilenchi e strabici non sono più tollerabili e saranno censurati nelle sedi competenti nei limiti delle indicazioni non veritiere riportate e per le finalità esplorative che avrebbero ben potuto essere soddisfatte con un semplice acceso agli atti e degli eventuali abusi delle prerogative istituzionali.
Si è infatti proditoriamente scelta la via dell’interrogazione e del clamore giornalistico snaturando la portata dello strumento al solo fine di esporre il sottoscritto allo sdegno dell’opinione pubblica raccontando realtà parallele, parziali ed impropiamente sovrapposte.
E arrivato il momento di arginare un modo di fare politica insopportabile che certifica il livello degli interlocutori a cui non intendo prestarmi oltre soprattutto quando il limite viene superato.