Negli ambienti del crimine è conosciuta come la tecnica del “cavallo di ritorno”. Ma questa volta non ha funzionato perché fra il ladro-estorsore e la vittima (un quarantenne di Spoleto) si sono inseriti gli agenti della squadra anticrimine, coordinata dal vice questore Francesca Peppicelli (nella foto). Ma andiamo con ordine. Un mese fa circa, lo spoletino conosce in un bar di Spoleto una ragazza rumena. La giovane, carina e dai modi gentili, è una cliente abituale dell’esercizio commerciale. I due cominciano così a scambiarsi qualche battuta, qualche piccola confidenza. Tanto quanto basta alla donna per capire, ad esempio, dove abita l’uomo e ottenere il suo numero di cellulare. Passano i giorni e alla fine è la ragazza a prendere l’iniziativa dandogli un appuntamento, proprio nei pressi della casa del quarantenne. Lo spasimante, ignaro di quello che gli sarebbe capitato, si reca a piedi nel luogo indicato. Ma all’appuntamento non trova nessuno. Nel frattempo però il fidanzato della giovane – anche lui rumeno, 20 anni, pluripregiudicato e clandestino – sta lavorando alla serratura dell’auto dello spasimante, un’Audi di recente fabbricazione.
Due giorni più tardi lo spoletino riceve sul cellulare una telefonata del rumeno: “se vuoi l’auto mi devi consegnare 4mila euro”. L’uomo si rivolge così al commissariato di Spoleto dove presenta regolare denuncia. La ‘trappola’ è scattata ieri l’altro sera, nei pressi dei giardini della Spoletosfera, dove la vittima si reca per consegnare all'estorsore un primo acconto di 400 euro. Il malvivente non sa che la zona è sorvegliata da uomini della scientifica che filmano la consegna dei soldi. Appena il tempo di prendere la busta con il danaro e sul rumeno si gettano due agenti dell’anticrimine che lo arrestano. Ora si trova al carcere di Maiano a disposizione del procuratore della repubblica Gianfranco Riggio. Anche la ragazza è stata denunciata all’autorità giudiziaria con l’accusa di concorso in estorsione.