Aveva 97 anni, curò il definitivo intervento di consolidamento del monumento tifernate, riaperto al pubblico nel 2018 dopo 13 anni di chiusura | Gli era stata conferita anche la cittadinanza onoraria
E’ scomparso, all’età di 97 anni, l’Ingegner Giuseppe Tosti, professionista di fama internazionale, particolarmente conosciuto per aver curato il definitivo intervento di consolidamento della Torre civica di Città di Castello, riaperta al pubblico nel 2018 dopo 13 anni di chiusura. Un legame professionale (e non solo) con la città, che gli era valso anche il conferimento della cittadinanza onoraria il giorno dei Santi Patroni, il 13 Novembre del 2013 da parte del sindaco.
“La scomparsa dell’ingegner Giuseppe Tosti ci addolora molto per averlo conosciuto da vicino, in particolare nel periodo in cui ha guidato con grande professionalità il gruppo di lavoro dei tecnici comunali ed esterni che hanno progettato e realizzato i lavori sulla Torre civica, simbolo della storia cittadina. Un signore, gentiluomo e grandissimo professionista, di cui abbiamo avuto l’onore di apprezzarne le doti umane prima di tutto e la dedizione al lavoro che con competenza e passione sapeva infondere a tutti noi”, hanno dichiarato sindaco e il vice (con delega all’Urbanistica).
La documentazione relativa ai lavori di consolidamento della torre civica è stata acquisita dall’archivio di Stato di Roma insieme ai più importanti progetti dell’ingegner Giuseppe Tosti. L’intervento è divenuto così caso di studio a disposizione della consultazione dei tecnici e punto di riferimento, per la particolarità e il carattere innovativo delle soluzioni adottate, per analoghi lavori di consolidamento di monumenti.
Il monumento, ancora oggi considerato pendente, tra il 2007 e il 2009 fu oggetto di controlli mirati in seguito a vari e preoccupanti movimenti, subiti per effetto di significativi cedimenti differenziali del terreno di fondazione. La Torre è stata poi staccata dal palazzo vescovile, perché quest’ultimo sarebbe stato danneggiato nel tempo proprio dalla spinta che essa imprimeva all’edificio. Una volta divisa dal vescovato su cui “poggiava”, però, la torre è rimasta priva del suo unico sostegno e della stabilità precedente. L’ingegner Tosti a questo punto ha fatto applicare un cosiddetto “solettone” che, senza toccare le fondazioni, abbracciava la torre sul piano della facciata rivolta verso la piazza e il vicolo a fianco. L’intervento ha richiesto l’inserimento di una serie di pali in cemento in profondità, poggianti su un terreno solidissimo a 18 metri sotto la torre.