Addio Consigliere straniero aggiunto | "Lega detta linea a Romizi" - Tuttoggi.info

Addio Consigliere straniero aggiunto | “Lega detta linea a Romizi”

Alessia Chiriatti

Addio Consigliere straniero aggiunto | “Lega detta linea a Romizi”

Modifica allo statuto | Bistocchi, "azione strumentale" | Pd, "fatto gravissimo"
Mer, 25/11/2015 - 15:11

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In un’epoca in cui sulle questioni di genere potremmo continuare a scrivere trattati, la prima commissione consiliare del Comune di Perugia questa mattina ha deciso di abrogare la figura del consigliere aggiunto straniero, ritenendone la sua figura inutile. Contraria la minoranza composta dal Partito Democratico, che si è detta subito sfavorevole al cambiamento dello statuto comunale, proposta dal consigliere della Lega Nord, Michelangelo Felicioni, presidente della commissione cultura.

Si tratta di una figura, la cui presenza era, ormai, sancita dall’art 24 della carta di Palazzo dei Priori, senza diritto di voto, ma con pari dignità dei consiglieri eletti, chiamato a intervenire su tutte le questioni discusse dal Consiglio Comunale. Felicioni a riguardo avrebbe consultato l’assessore Diego Dramane Waguè e il sindaco Romizi, ora accusato dalla minoranza del Partito democratico, dopo “essersi prestato a condividere momenti politici e perfino conviviali con il leader della Lega Nord Matteo Salvini“, di “abbandonare completamente la veste civica di cui si era fatto alfiere in campagna elettorale per prestare il fianco a derive populiste e marcatamente di destra“. Per il Pd, la figura del consigliere straniero aggiunto “rappresentava un notevole passo in avanti in materia di integrazione e rispondeva con sensibilità al crescente bisogno di riconoscimento, all’interno del tessuto civile, di nuove esigenze e di nuovi portatori di diritti”.

Un’azione del tutto strumentale” – afferma la vice presidente del consiglio comunale Sarah Bistocchi – “che tradisce una sensibilità politica completamente distante dal sentire comune dei perugini e dall’atteggiamento di apertura, di dialogo e di confronto che la città ha sempre dimostrato”. Immediata la replica anche del segretario e della responsabile welfare del Pd di Perugia, Francesco Maria Giacopetti e Carla Casciari. “Ascolto, dialogo, rispetto, partecipazione. Questo serve a una città che voglia dirsi aperta, integrata e accogliente. E proprio questo garantisce – con le difficoltà che conosciamo e su cui si dovrebbe aprire una riflessione che trascenda politicismi e populismi e che coinvolga gli interlocutori adeguati – la figura del consigliere straniero aggiunto. Ecco perché non possiamo che ritenere un fatto gravissimo l’approvazione in commissione dell’ordine del giorno della Lega che vuole abolire l’articolo 24 dello Statuto comunale e, di fatto, rischia di cancellare l’opportunità per le comunità straniere di Perugia di portare, a titolo totalmente gratuito, la loro voce nella massima assise cittadina attraverso una figura istituzionale riconosciuta”. Così, i due membri del Pd in una nota. “E’ escludendo ed emarginando – chiedono Giacopetti e Casciari – che si pensa di affrontare il tema dell’immigrazione, in un momento di forti tensioni a livello nazionale e internazionale? Il sindaco Romizi deve una risposta alla città; una città che sul tema, in particolare dopo l’indiscutibile e positiva riuscita dell’iniziativa di Ponte Felcino, nata per mettere al bando la strumentalità e fare integrazione promuovendo conoscenza e dando seguito ai contenuti e agli obiettivi di un progetto europeo, dimostra di essere un passo avanti rispetto a chi la governa”.

Nel pomeriggio è arrivato il commento dell’assessore Waguè. “Già le comunità straniere – afferma – rifiutando a suo tempo di andare a votare il consigliere straniero aggiunto (meno di un quarto della popolazione residente immigrata era andata a votare) aveva mandato un messaggio chiaro a quella parte del PD che sosteneva l’utilità di quella figura. All’origine di questa astensione, ricordiamo che aveva contribuito l’appello alle comunità straniere a non andare a votare, fatto in una conferenza stampa dai componenti della Margherita. Informo qualche consigliere PD, forse giovane e con “poca memoria”, che la Margherita, dopo un lungo dibattito si è sciolta per contribuire a fondare il Partito Democratico. Il sottoscritto, come tutti gli altri appartenenti a quella storia politica, non hanno cambiato partito, ma speravano di vedere il PD come una nuova casa dei riformisti.
Il Sindaco Romizi e la sua Giunta si sono mossi sull’esempio di Mandela, che si è battuto per tutta la sua vita perché non si sedessero in un organo elettivo (consiglio comunale o parlamento che fosse) neri e bianchi, uno con il diritto di parola e di voto e l’altro con il solo diritto di parola. Coerentemente con  quanto sostenuto in campagna elettorale, l’Amministrazione Romizi ritiene la figura del consigliere straniero aggiunto inutile, umiliante e mortificante per gli stranieri residenti che vivono, lavorano e pagano le tasse nel nostro Paese. E’ frustrante sentirsi chiamare “consigliere” senza avere i pieni diritti e le funzioni del ruolo. Senza il voto la figura del consigliere straniero aggiunto è una figura vuota.
La miglior forma di rappresentanza è dare massimo potere alla consulta degli immigrati perchè, lavorando in sintonia con commissioni e consiglio comunale, porti avanti i temi che favoriscono l’inserimento più concreto degli immigrati nel tessuto sociale, al fine di migliorarne la qualità della vita in città.
Saremo sempre contrari al pietismo, al paternalismo e alla strumentalizzazione. Vogliamo, piuttosto, valorizzare gli immigrati residenti sul territorio puntando su merito, capacità e competenza, per farne dei cittadini a tutti gli effetti. Per la crescita socio-culturale della nostra città, in un processo di coinvolgimento, di condivisione, partecipazione e inclusione, la Giunta sa di poter contare sugli immigrati, singoli o associati. Chiederà sempre a tutti i cittadini il rispetto delle regole della convivenza, cioè i doveri e i diritti della cittadinanza“.

©Riproduzione riservata

Aggiornato ore 19.59

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