Il sindaco di Acquasparta, Montani: “In Umbria in media 23 donne al giorno negli ultimi 5 anni si sono rivolte ai centri antiviolenza”
In Umbria sono in aumento le donne che subiscono violenze e che riescono a superare la vergogna o la paura di denunciare i soprusi subiti, stalking inclusi. Lo rende noto il sindaco di Acquasparta Giovanni Montani, citando i recenti report sul problema della violenza contro il genere femminile. Negli ultimi cinque anni, riferisce Montani, pur non essendoci stati femminicidi, sono state 3mila le donne che si sono rivolte ai centri anti-violenza della regione, quasi 300 a Perugia, 230 a Terni. In media 23 casi al giorno.
Acquasparta ha messo in cantiere una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema. Fra queste ha inaugurato recentemente una panchina rossa “che – dichiara il sindaco Montani – è un segno permanente di attenzione contro questo fenomeno aberrante, di qualsiasi livello e gravità. Per questo motivo l’amministrazione comunale ha voluto iniziare questo percorso di costante attenzione per sensibilizzare tutta la comunità cittadina con l’obiettivo di realizzare quel cambiamento culturale e sociale necessario per debellare definitivamente il femminicidio e la violenza fisica, psichica e morale contro le donne”.
Il sindaco ricorda poi che oltre all’installazione della panchina rossa è stato organizzato nei giorni scorsi un importante incontro con referenti di organizzazioni e giornalisti di primo piano come Adriana Pannitteri per riflettere su questo importante argomento. Sempre Montani a tale proposito ricorda poi che nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito il 25 novembre come data per la giornata mondiale per la lotta alla violenza sulle donne.
“Un altro simbolo – dice – del contrasto alla violenza alle donne è la panchina rossa, lanciata dagli Stati Generali delle Donne per dare voce alle azioni di contrasto intraprese contro la violenza. La panchina rossa è il simbolo del femminicidio, e indica il vuoto che la donna uccisa ha lasciato all’interno della comunità”.
Dai dati del report interforze “Il pregiudizio e la violenza contro le donne”, curato dalla direzione centrale della polizia criminale, in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma e citati dal Comune, si evince che dei 221 omicidi commessi nei primi nove mesi di quest’anno (lo stesso numero del 2021), 82 hanno avuto vittime femminili, contro le 90 dello scorso anno (- 9%). Il resoconto ha tracciato un bilancio della legge sul Codice rosso che è entrata in vigore nell’agosto del 2019 ed ha introdotto una corsia prioritaria per la trattazione di reati contro le donne, prevedendo anche nuove fattispecie e circostanze aggravanti.
Di questi 221 omicidi se ne sono registrati 97 in ambito familiare-affettivo, 71 dei quali con vittime femminili; di queste, 42 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex. Nello stesso periodo sono state 4.416 le violenze sessuali (+9% rispetto al 2021); donne il 92% delle vittime
In Umbria l’Istat ha stimato che il 5,2% delle donne con almeno 15 anni di età ha subito violenze in ambito domestico. Il dato rivela una percentuale superiore alla media italiana pari al 4,9%. Mentre il 9,1% delle donne umbre tra 16 e 70 anni ha invece subito violenza fisica o sessuale dal proprio partner negli ultimi 5 anni contro il 7,7% della media italiana. Il sindaco informa infine che per le donne in pericolo ci sono il “Telefono donna” all’800 861 126 centro antiviolenza sulle donne Regione Umbria e il Centro Antiviolenza Terni 342 3028610, numero nazionale 1522.