Non si placa la discussione sull’ordinanza del Comune di Spoleto contro l’accattonaggio. Un atto che ha diviso la città, tra chi è a favore (ma lamenta comunque i pochi controlli avvenuti finora) e chi invece è fortemente contrario al provvedimento. Sul tema è intervenuto nelle ultime ore anche l’arcivescovo, ribadendo la condanna allo sfruttamento delle povertà.
Tra chi interviene sull’ordinanza – che “confonde le conseguenze con le cause” – c’è la Cgil, attraverso il segretario comprensoriale Mario Bravi e quello cittadino Massimo Venturini. “Di fronte al crescente dramma delle povertà e dell’allargarsi delle diseguaglianze, – scrivono in una nota – c’è chi confonde le conseguenze con le cause. Rientra in questa dinamica , l’ordinanza del comune di Spoleto contro il cosiddetto “accattonaggio nei luoghi pubblici”.
In questo senso come CGIL Territoriale e di Spoleto, condividiamo lo spirito e il contenuto della presa di posizione della Caritas spoletina, incentrata sull’esigenza di combattere “le povertà e non i poveri”! Questa è la impostazione giusta e necessaria sulla quale è necessario sviluppare iniziative adeguate e coerenti, tanto più in una realtà come quella umbra dove la povertà (relativa) è arrivata a toccare il 10% della popolazione (dati ISTAT).
Spoleto e il suo SLL (Sistema Locale del Lavoro), che ha perso oltre 500 posti di lavoro negli ultimi anni , in questo periodo è sottoposto ad un vero e proprio terremoto economico e sociale, che mette in discussione tutto il tessuto produttivo. Dalla Maran, alla Novelli, all’IMS, passando alle prospettive della Cementir, è in discussione il futuro di tutto un territorio. Per questo è necessario costruire un progetto, una VERTENZA SPOLETO, che impedisca un ulteriore indebolimento di un territorio già provato. Per questo occorre non fermarsi alle apparenze, ai gesti simbolici, ma andare alle cause per costruire una risposta all’altezza della situazione. Bisogna combattere la povertà e non i poveri, questa è l’impostazione giusta! Per questo nei prossimi giorni come CGIL, ci attiveremo per costruire in maniera ampia e unitaria un progetto, che guardi al futuro di Spoleto e dei suoi abitanti!”
Sul tema interviene anche la consigliera comunale del Pd Laura Zampa, che chiarisce la posizione presa in Consiglio dal Partito Democratico (erano presenti quel giorno Rossi, Zampa, Erbaioli) al momento della discussione e votazione della mozione che chiedeva una ordinanza antiaccattonaggio. “Un documento – evidenzia Zampa – che crea un forte fraintendimento. Confondere l’accattonaggio con la delinquenza, con il rischio di creare inutile allarme sociale portatore di intolleranza e pregiudizio. Che ci siano condizioni di sfruttamento è purtroppo un dato evidente, ma per combatterle ci sono le leggi dello Stato e le Forze dell’ordine.
Al termine del dibattito, il nostro è stato un voto di astensione, spiega la consigliera, per lasciare al Sindaco una apertura, auspicando piuttosto la costruzione di una rete interistituzionale, che vedesse coinvolti Regione, Comuni, Forze dell’Ordine, Diocesi e Terzo Settore, finalizzata a mettere in campo azioni in tutti i territori per combattere povertà e sfruttamento. Una idea già diverse volte proposta sia in IV Commissione che in Consiglio Comunale. Facendosi capofila di una tale operazione la città di Spoleto sarebbe stata promotrice di azioni inclusive e al tempo stesso volte alla sicurezza dei cittadini, invece di apparire la città che sanziona gli ultimi. Purtroppo siamo rimasti inascoltati”.