Abolita provincia di Terni, Roma o Perugia? Pace (Mrn) bacchetta Pdl - Tuttoggi.info

Abolita provincia di Terni, Roma o Perugia? Pace (Mrn) bacchetta Pdl

Redazione

Abolita provincia di Terni, Roma o Perugia? Pace (Mrn) bacchetta Pdl

Ven, 20/07/2012 - 15:20

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Claudio Pace (*)

Il Pdl ternano non liquidi Il referendum che intende spostare Terni verso Roma, come una utile provocazione ma prenda sul serio la proposta contribuendo a vestirla di contenuti politici. Il comune di Roma infatti è a oggi governato da un certo Gianni Alemanno che è del PDL e con il quale potrebbe essere messo nero su bianco un percorso che accomuni le diverse esigenze del Sole, che è Roma e che soffre da sempre di problemi di congestione, e di un suo pianeta, quale potrebbe essere Terni che alla Capitale potrebbe offrire molti dei suoi spazi attualmente in rovina, ma in una logica totalmente diversa da quella che è stata utilizzata in passato.
Mi riferisco ad esempio alla logica con cui sono stati gestiti agli studios di Cinecittà a Papigno, dove la mancanza di progettazione, concertazione e anche di contrattazione, nessun vincolo pare, che abbia previsto penali o restituzione dei locali alla città nel caso di mancato utilizzo, sono quello che non deve essere fatto nell’andare verso Roma di Terni. Gli Studios di Papigno e tutta la zona della Telfer si potrebbero ancora oggi sfruttare per valorizzare quello che già c’è una fiorente attività di sport fluviali, che attira la gente molto di più che improbabili musei di vetuste cose, scartate da altri e che costa custodire e che difficilmente richiamerebbero pubblico significativo. Si immagini invece i benefici economici che si potrebbero avere dal turismo sportivo se ristrutturando gli edifici dell’archeologia industriale adesso in rovina, si costruisse un ostello della gioventù, bed and breakfast, ristoranti, spazi per rimessaggi di canoe,con un allungamento, rispettoso del fiume e dell’ambiente, della pista naturale di kayak sul Nera in modo che possa accogliere gare internazionali e nel contempo atleti dei paesi del nord Europa da ospitare d’inverno, che il nostro inverno per loro è primavera!
Il problema è politico, la sinistra ternana, Polli in prima linea, potrebbe tentare un approccio con il suo collega di Roma, Zingaretti, insomma una linea Bipartizan che metta in primo piano gli interessi non solo della città di Terni ma di tutto il territorio confinante, Viterbo, Rieti e perfino Perugia.
Le infrastrutture che sono da chiedere sono tra le altre i collegamenti stradali e ferroviari con Civitavecchia, il nodo intermodale di Orte, uno svincolo autostradale che colleghi nei pressi di Soratte l’autostrada con Rieti e con la Marattana passando per Stroncone, l’aeroporto civile di Viterbo in sostituzione di quello di Ciampino.
Tutte cose che se realizzate di riflesso porterebbero benefici anche per il nord dell’Umbria, perché la rifioritura dell’alto Lazio del sud dell’Umbria contagerebbero anche la ripresa del Perugino favorendone l’implementazione della sua vocazione turistica ricca dovuta all’ arte rinomata, la storia e le bellezze paesaggistiche di tutto il territorio con Assisi in testa nonché la sua vocazione industriale.
Aprendosi delle strade verso Civitavecchia queste possono essere più facilmente percorse da merci da ogni parte dell’Umbria per ogni parte del mondo,un opportunità in più per l’esportazione delle meravigliose ceramiche di Deruta che hanno resistito alla globalizzazione e difeso il loro marchio e il loro prestigio nel mondo globalizzato.
Insomma il referendum senza un progetto politico dietro, senza una mobilitazione bipartisan di tutta la città rischia davvero di diventare un passaggio dallo scarso certo verso l’incerto, ecco perché invito PDL, PD e tutte le forze politiche contrarie o perplesse a mettere in discussione le loro posizioni conservatrici.
In questi tempi di crisi, che non sembrano durare poco, se non si ha il coraggio di innovare, di trovare strade diverse, si rischia davvero di morire.
Terni corre il pericolo di diventare uno dei tanti paesi dell’Umbria privo di quei servizi che ha goduto per circa un secolo e che ora rischia, da un giorno all’altro, di perdere senza avere nulla in cambio, la spending review con il patto fiscale prima o poi potrebbe penalizzarci pesantemente.

(*) consigliere prima circoscrizione, referente umbro del movimento di responsabilità nazionale

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