Abbazia di Badia Petroia "deve tornare aperta ai cittadini" - Tuttoggi.info

Abbazia di Badia Petroia “deve tornare aperta ai cittadini”

Redazione

Abbazia di Badia Petroia “deve tornare aperta ai cittadini”

Discussione in Consiglio comunale sulle azioni da intraprendere per la messa in sicurezza e il recupero dell'edificio in stato fatiscente
Mer, 19/08/2020 - 13:00

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“Come Comune ci faremo carico di convocare un tavolo con tutti i soggetti coinvolti per fare in modo che l’abbazia di Badia Petroia possa essere messa di nuovo a disposizione dei cittadini”. E’ l’impegno assunto in consiglio comunale dall’assessore alla Cultura Vincenzo Tofanelli nell’intervento in aula in merito all’interpellanza presentata dai consiglieri di Tiferno Insieme Nicola Morini e Vittorio Vincenti sullo stato dell’abbazia di Badia Petroia.

Nell’illustrare l’atto, il consigliere Morini ha chiesto di sapere “qual è lo stato dell’arte dei lavori inerenti la Chiesa, anche in relazione alle varie proprietà che in essa insistono, Diocesi di Città di Castello, MIUR, privati, con particolare riferimento al ripristino del tetto laterale in capo alla proprietà privata” e conoscere “quali iniziative siano state intraprese per dare soluzione ad una situazione ormai in stallo da decenni”.

Ricordando l’impegno portato avanti da Tiferno Insieme per promuovere i necessari interventi sull’immobile e valorizzarlo, come la presentazione di quattro osservazioni al PRG che, poi accolte, hanno permesso

  • la dislocazione del nuovo plesso scolastico,
  • la razionalizzazione viaria del borgo antico con nuovi accessi stradali e pedonali e
  • una zona di accoglienza attrezzata per turisti,

Morini ha segnalato come più volte siano stati rappresentati “dubbi e interrogativi circa la completezza degli interventi finora attuati”, con particolare riferimento alle colonne esterne e alla cripta, e ha richiamato l’attenzione sul fatto che “il 14 agosto del 2018 il Comune di Città di Castello ha dovuto emanare un’ordinanza di inagibilità dell’ingresso dell’abbazia, per il rischio indotto dai crolli e dalle lesioni riscontrati sull’edificio privato confinante con il cortile della chiesa e ha chiesto l’esecuzione di interventi di messa in sicurezza dell’ingresso dell’abbazia”.

Nel suo intervento l’assessore Tofanelli ha sottolineato che “anche se il bene non appartiene al Comune, spetta certamente all’amministrazione comunale impegnarsi perché vengano risolte le problematiche che lo interessano”.

Nel ricordare il sopralluogo condotto recentemente, che ha permesso di verificare le esigenze di intervento segnalate, l’assessore ha evidenziato la difficoltà rappresentata dall’impossibilità di relazionarsi con la società proprietaria del fabbricato pericolante nel complesso dell’abbazia, “che non è reperibile ed i cui beni in parte pare andranno all’asta”.

“Dopo questo passaggio in consiglio comunale mi ripropongo di fare un incontro con il parroco, i rappresentanti della Diocesi, l’assessorato comunale ai Lavori Pubblici per vedere cosa può fare il Comune, per quello che gli compete”, ha chiarito Tofanelli, estendendo l’invito ai consiglieri autori dell’interrogazione e sottolineando: “ci vogliamo rendere utili per dare una mano e fare in modo che l’abbazia sia usufruibile in sicurezza”.

Nel ringraziare l’assessore per l’impegno assunto, il consigliere Vincenti ha proposto: “il Comune una cosa la potrebbe fare, anche se spiacevole, cioè emettere un’ordinanza di messa in sicurezza immediata, che sarebbe un segnale tangibile nei confronti della proprietà del fabbricato, tanto più se è una banca”.

“Il parroco ha fatto un grosso regalo alla comunità, ora tocca al Comune, perché non si può più accettare una chiesa ridotta ad avere un giungla davanti, una struttura interna sulla quale da 26 anni giocano a rimpiattino le diverse proprietà”, ha sostenuto il consigliere, che ha offerto la propria professionalità a titolo gratuito nell’ambito delle eventuali esigenze tecniche riguardanti l’abbazia.

“Alla riunione del tavolo non invitate me, dovete invitare la sottosegretaria Ascani, visto che tra i proprietari del complesso c’è anche il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ha proposto il consigliere Morini, ricordando come a vario titolo per l’abbazia si siano impegnati negli anni il Governo, la Regione, il Comune ed esponenti politici locali, che vanno coinvolti di nuovo.

“E’ importante che il Comune si assuma l’onere e l’onore di fare da arbitro e gestore della situazione, anche nella modalità che suggeriva il consigliere Vincenti”, ha puntualizzato Morini.

In sede di replica, l’assessore Tofanelli ha preso atto delle richieste e ribadito l’impegno a convocare un tavolo “che permetta di trovare una soluzione, sperando anche ci possano essere d’aiuto i fondi della Cei”, mentre il sindaco Luciano Bacchetta ha osservato: “la proprietà pubblica del complesso, che era il vero problema da dirimere, ormai è accertata, si tratta di fare un investimento da parte del Governo”.

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