Se non avesse sorseggiato una innocua “birra zero” alcol, dopo aver appena suonato la monumentale Hold the Line, quel tipaccio di Steve Lukather, pur con i suoi capelli bianchi candidi e i 66 anni sulle spalle -portati con discreto aplomb- incute ancora ed innegabilmente il dovuto rispetto. Siamo al cospetto di uno dei fondatori della maggiore band di successo per vendite, tour e dischi prodotti al mondo: i Toto.
Vedere il cantante, chitarrista (oggi anche produttore discografico), tonico e soprattutto ancora dominato dal demone del rock, è una benedizione per i convenuti da ogni dove all’Arena Santa Giuliana. Non abbiamo stime ufficiali ma il pienone era decisamente evidente e incoraggiante per una edizione di UJ24 che si avvia a presentare dati di tutto rispetto nella prossima conferenza stampa finale di domenica 21 luglio.
E assistere ad un nuovo capitolo live dei Toto è sicuramente un privilegio. Non è importante solo riascoltare, oggi, gli innumerevoli successi di una vita intera di musica di una band, ma conta molto di più l’evocazione di momenti di vita personali di chiunque li ha potuti apprezzare e che sono legati a celebri hit come “Africa”, “Hold the Line”, “Rosanna” o “Georgy Porgy”, etc.
Se Steve Lukather non ha mai mancato un solo giorno nei Toto sin dal 1976, la memoria vivida di questa straordinaria band non può prescindere dagli altri suoi protagonisti. Steve, Jeff e Mike Porcaro, ma anche il “grosso” David Paich. Se la morte prematura di Jeff Porcaro nel 1992, straordinario batterista, segna uno spartiacque nella storia del gruppo, la band non ha mai dubitato sulla necessità di mantenere vivo lo spirito Toto. Fino ad arrivare ad oggi dove un brillante Joseph Williams e lo stesso Steve, mantengono alto il blasone della leggenda in giro per il mondo.
E si badi bene, da quello che abbiamo ascoltato a Perugia, non si tratta di un concerto amarcord puro e semplice, ma di un ottimo ed efficace prodotto musicale, che non abbandona mai la via della tecnica e della musica suonata straordinariamente bene.
Steve Lukather è un chitarrista di enorme talento anche quando esegue a Perugia una immaginifica Little Wing di quel Jimi Hendrix, che non è proprio un collega facilmente imitabile. E per uno che fu rimandato a casa (aveva 17 anni) da “Dio” Frank Zappa, con l’invito a cambiare mestiere, è una bella “cacchio” di rivincita.
In una serata perugina, sempre troppo calda, un refolo di vento che attraversa l’Arena di tanto in tanto, aiuta a sbloccare ricordi e nomi che sono alla base della cultura musicale (soprattutto americana) di intere generazioni. Li cita con nonchalance proprio Steve: Donald Fagen (Steely Dan) o Michael McDonald (Doobie Brothers), gente che ha sempre avuto uno stretto legame con i fratelli Porcaro, Steve e David Paich. E se ci è concesso, di quello straordinario tempo artistico, non dimentichiamoci di Loggins and Messina (Kenny Loggins e Jim Messina), altro gruppo-durato poco- che ha scritto pagine interessanti del Rock-Pop.
Alla fine anche la bistrattata birra zero deve avere i suoi poteri taumaturgici se corrobora a tal punto il candido Steve Lukather in un nuovo successo dei Toto, ma anche di UJ a Santa Giuliana.
Foto: Leopoldo Vantaggioli (Tuttoggi.info)