Dopo l’apertura dei lavori a Marsciano per la costruzione di 8 alloggi, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale della regione Umbria ha ufficializzato, sabato 25 febbraio, la chiusura di due cantieri a Todi. Alla cerimonia per la fine dei lavori, che hanno portato alla realizzazione di 22 alloggi (12 nella frazione tuderte di Ponte Rio e 10 nel centro storico della città), da locare a canone sociale, erano presenti Alessandro Almadori, presidente dell’Ater Umbria, i membri del consiglio di amministrazione dell’azienda, Antonino Ruggiano, sindaco di Todi, Catiuscia Marini e Stefano Vinti, rispettivamente presidente e assessore alle politiche abitative della Regione Umbria. Il primo edificio che è stato visitato è quello nella località di Ponte Rio. Il progetto edilizio, che rientra nel programma regionale di recupero urbano, denominato “Contratto di quartiere II”, è costato 2.935.000 euro, di cui 1.870.000 euro a carico della Regione Umbria, 170.000 euro del Ministero delle infrastrutture e 565.000 euro dell’Ater Umbria. L’edificio, a uso residenziale, suddiviso in due scale, è composto da 12 alloggi, da locare a canone sociale, e 4 locali commerciali posti al piano terra. L’intervento è stato realizzato con un sistema di isolamento sismico delle strutture portanti, mediante l’apposizione, appunto, di isolatori (elementi costituiti da strati alternati di gomma naturale e acciaio), in grado di assorbire e dissipare l’energia prodotta dall’evento sismico ed evitare danni alle strutture stesse.
Successivamente, è stato visionato il secondo intervento nel centro storico tuderte, interamente finanziato con i fondi dell’Ater regionale, per un ammontare di circa 2.400.000 euro. Si tratta del recupero, per fini abitativi, dell’edificio dell’ex Caserma dei Carabinieri, a Todi (in via Roma), e di alcune proprietà limitrofe, destinate ad attività extraresidenziali. Il nuovo complesso, costruito nel rispetto del risparmio energetico e dell’abbattimento delle barriere architettoniche, è disposto su tre piani fuori terra, un piano ammezzato e uno seminterrato. Ospita 10 alloggi, che saranno concessi in locazione a canone concordato, 4 locali per usi extra abitativi (di cui due al piano ammezzato e due al piano terra), e alcuni spazi extraresidenziali, con un ampio cortile belvedere al seminterrato. “Due interventi – ha commentato Alessandro Almadori – importanti ed innovativi. Quello di Ponte Rio assume carattere sperimentale, in quanto sono stati adottati accorgimenti antisismici, che ci hanno permesso di otternere finanziamenti da parte del Ministero delle infrastrutture. Il palazzo nel cento storico di Todi, invece, è vincolato dalla Sovrintendenza dei beni culturali e, per questo, abbiamo agito con la volontà di non alterare le strutture portanti del complesso, ma, piuttosto, di salvaguardare i caratteri peculiari del contesto, recuperando i manufatti all’uso prevalentemente abitativo”.
“Con questi 22 alloggi – ha aggiunto il sindaco di Todi – riusciamo a dare risposta di sistemazione al 10 per cento dei richiedenti, che in complesso sono 140, in una situazione di disagio assurdo. Sono due interventi che rappresentano una boccata d’ossigeno per il nostro territorio”.
“La riqualificazione di immobili pubblici – ha spiegato Catiuscia Marini – rientra nella politica strategica di edilizia residenziale della Regione Umbria, per la quale abbiamo destinato risorse derivanti dallo sblocco dei Fas (Fondi aree sottoutilizzate)”. “In un quadro nazionale allarmante – ha concluso Stefano Vinti -, che ha azzerato le risorse per l’edilizia, la giunta regionale si è mossa per riformare il settore e per la salvaguardia del diritto alla casa. È in corso infatti la revisione della legge regionale sull’edilizia resideziale pubblica”.