Perdersi nella “giungla” delle emozioni può essere tanto facile quanto rischioso. Occorre perciò conoscersi per poter riuscire a relazionarsi con gli altri nel miglior modo possibile.
E’ da queste premesse che prendono spunto i primi laboratori relazionali per la scuola primaria che hanno coinvolto 139 studenti dell’ultimo anno, tenuti da esperti dell’associazione MI fido di Te onlus per il DCA Palazzo Francisci.
Il progetto rientra nell’ambito della “Rete Amica” dell’Unicef, organizzato in tutte le scuole del territorio comunale, di cui sono partner l’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Todi, l’Etab, il Centro per i disturbi alimentari (DCA) di palazzo Francisci, l’arma dei carabinieri, la polizia di Stato.
Studi internazionali hanno infatti riscontrato nei bambini come negli adolescenti un significativo aumento rispetto al passato di problemi di natura emozionale come ansia e depressione, difficoltà di attenzione, aggressività: un dato significativo, se si pensa che l’analfabetismo emozionale in età scolare e prescolare è spesso connesso a comportamenti devianti e malesseri emozionali.
In questo contesto fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo possono facilmente attecchire.
“Ed è per questo l’amministrazione ha accolto il progetto sostenuto dall’Unicef, con il prezioso contributo della referente per Todi, professoressa Anna Campanelli, riconoscendo la scuola come luogo di riferimento nel quale si strutturano le relazioni con i coetanei e con gli adulti di riferimento. Questi laboratori – commenta Alessia Marta, assessore alle politiche sociali di Todi – rappresentano un valido strumento con il quale sostenere le famiglie investite da nuovi e sempre più complessi fenomeni sociali che nell’età adolescenziale rischiano di esplodere, ma intendono apportare anche un valido aiuto agli insegnanti chiamati oggi ad un compito educativo più articolato e difficoltoso. Occorre pertanto focalizzarsi sulla risoluzione di dinamiche controverse attraverso la promozione di comportamenti e stili di vita sani, cercando di mettere le basi per la creazione di una forte sinergia fra la scuola e la famiglia, che oggi sembra fortemente compromessa, ma che è l’unica a poter assicurare al ragazzo un messaggio univoco e inconfondibile sul modo in cui rapportarsi con il mondo esterno”.