A Spoleto, proclamazione del "Beato" Saverio Verini, Direttore del Sistema Museale cittadino - Tuttoggi.info

A Spoleto, proclamazione del “Beato” Saverio Verini, Direttore del Sistema Museale cittadino

Carlo Vantaggioli

A Spoleto, proclamazione del “Beato” Saverio Verini, Direttore del Sistema Museale cittadino

Gio, 27/04/2023 - 18:13

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Nel progetto di Sistema Museale, rispunta la Fondazione di Partecipazione. Pronti 40mila euro a bilancio per mostre durante il Festival

In una calda giornata di fine aprile, in Spoleto, si celebra la beatificazione del neo-direttore del Sistema Museale cittadino, Dott. Saverio Verini. Presenti nel Piano nobile-Salone d’Onore di Palazzo Collicola, nelle poltroncine in plastica scomodissime dei relatori, il Sindaco Andrea Sisti, l’Assessore alle cose belle e forse anche alla Cultura, Danilo Chiodetti, la dirigente dell’Ufficio Cultura, Roberta Farinelli e infine il festeggiato, Saverio Verini.

Non sapendo nè leggere nè computare, come si diceva una volta, vista la situazione creatasi nel Salone d’onore del Collicola, nell’incontro di presentazione ufficiale del 27 aprile, avremmo preferito che si passasse direttamente alla santificazione del giovanotto esperto, perchè il nostro con grande forza di volontà è rimasto impassibile ad ogni tentativo di tirarlo in ballo per i nobili lombi che gli appartengono per causa di babbo Walter, eminenza reverendissima del rito PDista (che non sta per PDuista, ma per Partito Democraticista). Un vero martirio contro un giovane perbene.

Saverio Verini è un 38enne gentilissimo, molto ben educato che sa usare la voce con maestria, non troppo alta, non troppo bassa, e con sembianze persino timide nei confronti di una platea farcita, qua e là, di agguerriti detrattori della scelta che lo ha portato a dirigere una sorta di ectoplasma alla Ghostbuster. Talmente educato, che implora più di una volta di dargli il tempo di capire dove si è andato a cacciare, mentre forse poteva andare a fare il condirettore al MoMA di New York, magari.

Si perchè, per tagliare la testa al toro, basterebbe accorgersi che il fantomatico Sistema Museale spoletino, esiste solo nella testa di chi per primo lo ha “mintuato”, senza però definirne confini, regole e argomenti progettuali. Il classico esempio di scatola molto bella fuori, ma che dentro non è dato sapere cosa possa realmente contenere.

L’Arte Contemporanea ti da una mano…

Con scaltrezza inaspettata, comunque, è lo stesso Saverio Verini a togliere l’impaccio dalla situazione creatasi, spiegando, nel suo intervento, che se c’è una medicina buona per risolvere la faccenda e curare il bubbone, quella è l’Arte Contemporanea che il nostro conosce a menadito. Lo testimonia un curriculum fitto fitto di collaborazioni e ruoli svolti, che mostra come in effetti questo sia il suo campo privilegiato di azione.

Verini con una certa emozione ricorda come 15 anni prima, la sua prima tesi di Laurea in Storia dell’Arte Contemporanea verteva anche sul tema di Sculture nella Città la celeberrima mostra espositiva a Spoleto del 1962 a cura di Giovanni Carandente.

E così potremmo a breve avere un sistema museale integrato che va dalle Miniere di Morgnano al Museo del Tessuto (occhio a non sporcare tutto con la lignite), al Museo delle Scienze e del Territorio, fino ad arrivare al blasonato Palazzo Collicola, con breve sosta al Museo della Ex- Spoleto Norcia per riprendere fiato. Etc. Etc.

Il tutto sapientemente legato dal filo conduttore dell’Arte Contemporanea, da Burri a Kunellis, da Sol LeWitt a Leoncillo e ritorno.

Questo il nocciolo di un progetto che Saverio Verini, come da bando, doveva presentare-oltre i titoli personali- per accedere all’ambita direzione.

Fondazione pigliatutto

Sulla procedure di selezione comparativa dei curriculum arrivati al Comune di Spoleto dopo la pubblicazione dell’Avviso di selezione, (sono 8 in tutto tra cui anche quello dell’ex- Direttore Artistico di Palazzo Collicola, Marco Tonelli), si spertica in tecnicismi la dirigente dell’Ufficio Cultura, Farinelli, convocata appositamente, che tra un articolo e una specificazione, ci spiega che al neo-direttore spetterà un compito di coordinamento e non solo artistico, poichè il fine ultimo della scatola bella è quello-anche-della creazione di una Fondazione di Partecipazione. Un contenitore dove infilare tutto quello che ti capita a tiro e che non puoi gestire autonomamente con soddisfazione o con organismi dedicati.

A prima vista sembra proprio una specie di asso pigliatutto, che risolve diversi problemi, anche di natura politica, dove si possono bypassare obsolete tiritere di garanzia, nel segno del motto crociato, “Il sindaco lo vuole”.

Dopo l’imprenditore, arriva anche il Sindaco Umanista…

Insomma, gira che ti rigira, nell’arco di una intera conferenza stampa non si riesce a capire compiutamente i termini del progetto sul quale sarebbe stato raggiunto l’accordo di proclamazione del Beato Saverio Verini.

Ne è stato possibile decrittare alcunchè dall’intervento del Sindaco Sisti che dopo un abbrivio iniziale gongolante per il fatto che Spoleto attira la meglio gioventù (Saverio nostro), passa a narrare sulle prime di una città che, con un nuovo sistema integrato museale, diventa attrattiva, dove si viene “a vedere, sentire, a raccontare il nostro territorio, l’Umanesimo che la nostra città rappresenta nel mondo”. Il tutto in una completa vertigine lirica alla Brunello Cucinelli, noto imprenditore-umanista. Crediamo siano i postumi da intervento “sinestetico” per la candidatura di Spoleto a Capitale Italiana della Cultura 2025.

E non si fa in tempo a pregustare un possibile crescendo sui compiti ed il ruolo culturale di una città come Spoleto, che il Sindaco Umanista attacca una digressione paurosa sui sistemi di irrigazione, bonifica e zone industriali e sulle ricchezze agricole e di valori dei borghi abbandonati, il tutto nel segno del celebre motto, voglio la “botte piena e la moglie ubriaca“. Si coglie ovviamente un leggerissimo cenno di disperazione nel volto enigmatico del Beato Verini. Come dire “non bastano i martiri subiti? Mo pure questo?”

Domande spicce…

Tutto il resto dell’incontro verte su azzannamenti postumi circa la mancanza di trasparenza nella selezione, o su quanti soldi sono a bilancio per il primo atto della gestione Verini che vedrà la luce proprio durante il Festival dei Due Mondi di Spoleto (una vecchia tradizione da rispettare).

Andrea Sisti, dopo un tergiversamento non riuscito, si decide a dire che ci sono 40mila euro a bilancio, che è una discreta cifra, per un settore considerato non propriamente decisivo.

…e facce toste!

Quello che non ci fa riposare in pace invece è come sia possibile far finta di non capire che il vero problema di tutta questa faccenda non è il gentile ed educato Saverio Verini, che ha titoli adeguati e nessuna colpa per una parentela ingombrante, ma tutto quanto attiene invece alla nomina della commissione giudicatrice della selezione comparativa (di “altissimo profilo“, aggiunge con decisione la dirigente Farinelli), che come scrivemmo tempo addietro, fa venire voglia di comunismo di altri tempi.

Non ci metteremo a riepilogare le argomentazioni già esposte, ma francamente infastidisce un certo tono di saccenza e frasi tipo “se qualcuno non è daccordo potrà fare ricorso…”, che tanto somigliano al “mi faccia causa” dei potenti. Un genere di persone che questa testata conosce bene, quelli con sempre pronta una querela temeraria nella fondina, pur di metterti la mordacchia.

A Saverio Verini i migliori auguri di buon lavoro e un consiglio: attenzione ai tanti sostenitori “convinti”.

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