di Cittadinanzattiva Umbria
Nasce con le parole d'ordine di “democratizzare il servizio sanitario” la rete di associazioni di cittadini, realtà di base, operatori sanitari e cittadini competenti, sorta come reazione all'evidenza dell'uso privato del nostro servizio sanitario da parte dei partiti politici. Nell'incontro tenuto il 24 febbraio alla provincia di Perugia, sono state presentate alcune buone pratiche, punto di partenza per avanzare proposte concrete di coinvolgimento dei cittadini nel miglioramento del servizio sanitario.
Carla Mariotti, responsabile dell'audit civico, la procedura di valutazione da parte degli utenti sul sistema sanitario regionale, organizzato dall'associazione Cittadinanzattiva, ha illustrato la metodologia con cui questo è stato condotto, dal reclutamento di 80 cittadini volontari, alla formazione degli stessi, alle verifiche presso le strutture, fino alla pubblicazione dei rapporti, che possono ora essere consultati sul sito dell'associazione. Risultati non esaltanti soprattutto in tema di partecipazione dei cittadini e dell'associazionismo.
Carlo Romagnoli (Acu Umbria) ha ricordato l'accordo tra le associazioni dei cittadini utenti e l'Afas di Perugia, che prevede la partecipazione dei cittadini alla scelta delle priorità, la valutazione del servizio da parte delle associazioni e la redazione del bilancio sociale, che dovrebbe evidenziare il raggiungimento delle finalità sociali dell'azienda pubblica. Giovanni Barro ha illustrato l' attività di valutazione di impatto della programmazione regionale umbra sulla salute dei cittadini.
Molti gli interventi che hanno denunciato le carenze ed avanzato proposte: la costituzione dei comitati consultivi degli utenti (Cristina Rosetti – Mdc), la pubblicazione dei bilanci delle aziende sanitarie (Baronti – Cittadinanzattiva), la costituzione di un'osservatorio sulla salute anche attraverso la rete del terzo settore (Carlo Biccini), l'informazione ai cittadini (Miranda Parroni- Tribunale diritti del malato di Perugia), avvio di una esperienza di partecipazione concreta che consenta di rispondere a bisogni ora negati o deviati verso il privato (Tullio Seppilli).
Un intervento di denuncia è stato quello del rappresentante dell'Onda, il movimento degli studenti e dei ricercatori universitari che si oppone alla riforma Gelmini, che ha sottolineato i rischi di un uso proprietario delle conoscenze prodotte dalle facoltà biomediche e della assenza di democrazia e trasparenza nel loro funzionamento.
E il cartello non disdegna l'obiettivo ambizioso di avanzare una proposta di revisione della legge di riforma del servizio sanitario regionale, improntata a democrazia, partecipazione, valutazione, attenzione ai soggetti deboli. La rete metterà in agenda nelle prossime settimane incontri con la terza commissione del consiglio regionale e con la presidente della giunta Catiuscia Marini, per avanzare un elenco di richieste precise, mentre il prossimo appuntamento pubblico si svolgerà a Terni.