L’ontopiazza può attendere, annullata intitolazione a Antonio Meneghetti - Tuttoggi.info

L’ontopiazza può attendere, annullata intitolazione a Antonio Meneghetti

Carlo Ceraso

L’ontopiazza può attendere, annullata intitolazione a Antonio Meneghetti

Sab, 28/09/2024 - 17:22

Condividi su:


L’ontopiazza può attendere, con buona pace di quanti, a undici anni dalla morte, vorrebbero innalzare agli onori civili la figura di Antonio Meneghetti, inventore e propalatore della ben poco (meglio, per nulla) scientifica ontopsicologia che da un borgo di Campello sul Clitunno, Pissignano, riuscì con modi e mezzi non sempre chiariti ad esportarla aprendo centri in Svizzera, Russia e Brasile.

Un personaggio che in vita ha dato il suo bel da fare a forze dell’ordine e magistratura, non solo italiane (in Brasile, ad esempio, dove Meneghetti si era ritirato e dove è deceduto il 20 maggio 2013, l’ontopsicologia è stata messa al bando), ma anche alla Chiesa.

Inclusi quei pochi amministratori locali che nel tempo hanno avuto il coraggio di frenare comportamenti e pretese a dir poco discutibili. Altri hanno preferito assecondarne le stranezze, forse in virtù delle altolocate conoscenze di cui vantava l’amicizia.

La sua stessa dipartita venne celata – almeno fino a quando proprio Tuttoggi ne diede notizia -, probabilmente per questioni legate all’eredità, ovvero all’importante impero economico, finanziario e immobiliare finito nelle mani di chi oggi gestisce l’omonima Fondazione (a cui aderiscono quelli che l’ontoguru riteneva i più fedeli) che, a guardare fonti aperte istituzionali, va ben poco d’accordo con quel Comitato civico “Lizori” rappresentato da chi alla figura di Meneghetti resta indubbiamente legato. Tanto da litigare a suon di carte bollate anche per loghi e claim.

Ex frate (agli albori gli venne affidata una piccola parrocchia nel ternano), sposato con una ex religiosa da cui divorziò anni dopo, Meneghetti approda a Campello dopo aver visto il castello di Pissignano che acquista e ne fa acquistare alcune porzioni ai suoi adepti creandone una sorta di centro, blindato però ai più.

Della sua storia e delle tante disavventure giudiziarie, nonché delle contraddittorie teorie ancora presenti sui social, non c’è anima viva della cittadina che affaccia sulla valle amata da San Francesco che non ne sia a conoscenza. A cominciare dagli amministratori.

Tra i residenti sono molti quelli che ancora protestano per certi annunci e cartelli stradali che indicano il Castello di Pissignano alto con il nome di “Lizori”, con cui l’ontoartista aveva ribattezzato il borgo.

Anni fa ci fu pure una preoccupata segnalazione del sindaco alle autorità, ma nessuno se ne occupò.

E arriviamo alla bizzarra richiesta di intitolargli la piazza del Castello.

La richiesta della intitolazione della piazza

Galeotto fu l’annuncio sui social, accompagnato anche da volantini, che il Comitato civico Lizori, una sorta di Pro loco che in questi ultimi anni si è aperta e integrata con la comunità di Campello, ha fatto ad inizio settimana per annunciare urbi et orbi l’intitolazione della piazzetta del castello al defunto “maestro”.

Che lo slargo sia di proprietà privata? E’ opportuno intitolare un luogo pubblico (?) a un personaggio la cui vita non è stata così specchiata? A colorare di “giallo” la vicenda, il passaggio in cui i promotori precisano che all’evento, fissato per domenica 29 agosto (domani), saranno presenti le “autorità locali e rappresentanti delle istituzioni”. E’ questo passaggio che fa sobbalzare più di qualcuno sulla sedia.

Nel talloncino, che Tuttoggi può mostrare, i promotori scrivono, in punta di forchetta, che l’evento è fissato al Castello di Pissignano “da Lui denominato Lizori”. Come a dire, non siamo noi a chiamare la località in maniera diversa da quella prevista dalla toponomastica, nel caso prendetevela con (il defunto) Meneghetti.

Per il resto tutto è fissato, persino una navetta che dalle 15.30 accompagnerà invitati e cittadini al borgo e l’immancabile rinfresco.

L’attuale sindaca, Simonetta Sacarabottini, in carica da poche settimane, resta trincerata in un comprensibile quanto imbarazzato riserbo, anche se i collaboratori più vicini giurano che domani non avrebbe partecipato. Né il Comune ha concesso patrocinio.

Non altrettanto si può dire della passata amministrazione (conclusasi con il voto di giugno scorso) che invece dell’affaire aveva coinvolto il consiglio comunale portando la richiesta pervenuta dal Comitato.

L’Ok della (passata) Giunta

E’ spulciando le carte all’albo pretorio, e non solo quelle, che è possibile ricostruire una situazione che sta creando non poco imbarazzo. Attenzione alle date.

E’ il 9 febbraio 2024 quando al protocollo del Comune arriva la richiesta di intitolazione da parte del Comitato Lizori. Appena cinque giorni feriali, e il 19 febbraio viene convocata la capigruppo che da il proprio benestare alla proposta, anche se i sei consiglieri presenti (incluso l’ex sindaco) chiedono di acquisire “ulteriori informazioni sulle conseguenze che comporterebbe il cambio di nome per chi si ritroverebbe a cambiare indirizzo”.

Neanche 48 ore e il Comitato, guarda a volte le coincidenze, trasmette una relazione tecnica a corredo dell’istanza. Alla quale si aggiunge la relazione della responsabile dei lavori pubblici che precisa che “..su tale slargo, delimitato da Via del Castello, nella frazione di Pissignano, non insiste nessun numero civico essendo i vari accessi ubicati su via del Castello”.

Giunto il tempo di convocare il Consiglio e, il 28 marzo, il Comune approva con 9 voti favorevoli e 1 astenuto “l’intitolazione della Piazza sita in Frazione Pissignano al Prof. Antonio Meneghetti”.

Il verbale per certi aspetti è imbarazzante, come quando riporta “la biografia del Prof. Antonio Meneghetti, estratto integrale del sito (omonimo, n.d.r.) che si allega al presente atto quale parte integrante e sostanziale, quale elemento essenziale da inoltrare alla Prefettura di Perugia…”. Come chiedere all’oste se è buono il suo vino.

Con l’aggravante di poter aver indotto in errore le autorità chiamate a esprimere successivi pareri. Per il resto nessuno dei 10 consiglieri aggiunge nulla, pur sapendo bene che, non fosse per quanto presente da decenni su fonti aperte (su cui Meneghetti e i suoi eredi, con i propri legali, sono sempre pronti alla verifica di ogni virgola), questa intitolazione è quanto meno inopportuna.

Chissà che ne penserebbe Joseph Inca, pseudonimo dietro il quale si nasconde colui che, insieme ad alcune delle più autorevoli firme del giornalismo d’inchiesta italiano, ha contrastato le idee e le azioni del Meneghetti.

La lettera degli avvocati

L’annuncio della cerimonia arriva non solo alle istituzioni ma anche ai proprietari di una parte della piazzetta/slargo che, a quanto trapela, tramite i propri avvocati in queste ore avrebbero intimato l’annullamento della delibera e relativa cerimonia.

Una richiesta che arriva come la ciliegina sulla torta e che da la possibilità all’attuale giunta di sospendere l’iniziativa per le opportune, ulteriori verifiche.

Da sorridere la motivazione dei promotori: “Purtroppo per motivi di salute di varie persone che avrebbero dovuto necessariamente essere presenti l’evento….deve essere rinviato a data da destinarsi”. Manco fosse in atto una pandemia.

L’ontopiazza per il momento, e questa per i più è la notizia che conta, può attendere.

Ricorsi e controricorsi

Ma intorno al pensiero di Meneghetti le varie anime di seguaci e amici continuano a farsi sentire tra loro a suon di carte bollate. Anche per aspetti che non appaiono secondari rispetto a vicende di natura prettamente economica.

Quella della intitolazione della piazza, ad esempio, fa emergere una recente sentenza, pubblicata sul sito del MISE, emessa dalla Commissione ricorsi contro i provvedimenti dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, la Cassazione degli inventori.

In breve, l’attuale responsabile del Comitato civico, che risulta produttore di prodotti agroalimentari, l’anno dopo la scomparsa del “professore”, registra il marchio “Autentico Lizori” per contraddistinguere “prodotti e servizi di cui all’Accordo di Nizza per le categorie 3 (saponi, profumeria, etc.), 29 (ortofrutta, carni, selvaggina) e 30 (cereali, pasticceria, miele, etc.)”. E’ il 2014. Registrazione a cui si oppone la “Fondazione di ricerca scientifica ed umanistica Antonio Meneghetti” che, falliti i tentativi di conciliazione, vince il primo round rivendicando che quel marchio potesse confondere il proprio “Lizori”.

Il 18 ottobre 2022, su controricorso del rappresentante del Comitato civico, la Commissione, deposita la sentenza con cui “In nome del Popolo Italiano… accoglie l’istanzo… annulla il provvedimento (dell’UIBM, ndr) e condanna la Fondazione “al pagamento delle spese di 3.000 euro oltre accessori”.

Insomma, anche il solo nome del defunto Antonio Meneghetti o certe sue idee continuano a impegnare le Istituzioni, civili e non.

© Riproduzione riservata

ACCEDI ALLA COMMUNITY
Leggi le Notizie senza pubblicità
ABBONATI
Scopri le Opportunità riservate alla Community

L'associazione culturale TuttOggi è stata premiata con un importo di 25.000 euro dal Fondo a Supporto del Giornalismo Europeo - COVID-19, durante la crisi pandemica, a sostegno della realizzazione del progetto TO_3COMM

"Innovare
è inventare il domani
con quello che abbiamo oggi"

Lascia i tuoi dati per essere tra i primi ad avere accesso alla Nuova Versione più Facile da Leggere con Vantaggi e Opportunità esclusivi!


    trueCliccando sul pulsante dichiaro implicitamente di avere un’età non inferiore ai 16 anni, nonché di aver letto l’informativa sul trattamento dei dati personali come reperibile alla pagina Policy Privacy di questo sito.

    "Innovare
    è inventare il domani
    con quello che abbiamo oggi"

    Grazie per il tuo interesse.
    A breve ti invieremo una mail con maggiori informazioni per avere accesso alla nuova versione più facile da leggere con vantaggi e opportunità esclusivi!