Stadio vietato, la maggior parte di loro dovrà comparire in polizia in occasione delle partite
Daspo per 19 tifosi (15 del Cesena e 4 del Perugia) per gli scontri avvenuti nei pressi dello stadio Curi in occasione della partita di campionato tra le due squadre.
Grazie alle indagini della Digos di Perugia, con la collaborazione della Digos di Forlì Cesena, e all’attenta visione delle immagini del sistema di videosorveglianza nonché alle riprese effettuate dalla polizia scientifica, gli investigatori sono risaliti all’identità dei tifosi responsabili. La gravità delle condotte, il pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica creato hanno indotto il Questore a emettere, nei confronti dei soggetti coinvolti, i provvedimenti di DASPO.
I provvedimenti vieteranno ai 19 tifosi l’accesso alle manifestazioni sportive di calcio, di Coppa Italia, di coppe internazionali, di campionato per un periodo che varia da 1 a 10 anni tenuto conto della gravità delle singole condotte.
Inoltre, nei confronti di 15 destinatari dei provvedimenti – appartenenti sia alla tifoseria perugina che cesenate – è stata anche applicata la prescrizione dell’obbligo di comparizione presso la polizia giudiziaria in occasione degli incontri di calcio disputati, rispettivamente, dal Perugia e dal Cesena, per un periodo variabile da 1 a 5 anni tenuto conto della gravità delle singole condotte.
Ai destinatari dei provvedimenti sarà, altresì, interdetto – a partire da due ore prima e sino a due ore dopo la conclusione della manifestazione sportiva – l’accesso e lo stazionamento in un’area ricompresa in 400 metri di distanza dai luoghi antistanti lo stadio, le stazioni ferroviarie interessate dall’arrivo o dalla partenza dei tifosi, i parcheggi pubblici serventi gli impianti sportivi, i luoghi di allenamento e i ritiri delle squadre di calcio, nonché, in un’area ricompresa in 200 metri di distanza dagli altri luoghi interessati alla sosta, al transito o al trasporto di coloro che partecipano o assistono alle medesime manifestazioni.
L’eventuale violazione del divieto potrà essere punita con la pena di reclusione da uno a tre anni e con la multa da 10mila a 40mila euro.