L'associazione scrive a Tesei e Morroni e chiede anche di accelerare sulla filiera delle carni
Contro il rischio della peste suina africana, dopo il caso del cinghiale trovato positivo a Roma, Coldiretti Umbria torna a chiedere alla governatrice Tesei e all’assessore Morroni di ridurre il numero dei cinghiali e di accelerare sulla filiera delle carni.
Abbattimenti dagli agricoltori, ridurre i tempi
In particolare, ricorda Coldiretti, come previsto nell’ambito del Piano di sorveglianza della Peste Suina Africana adottato anche dalla Regione Umbria, dove è fatto espressamente rinvio agli interventi d’urgenza nell’ambito del controllo, e a quelli attivabili dall’agricoltore, l’associazione ribadisce la necessità di ridurre il termine di attesa dell’intervento dell’Atc che l’imprenditore agricolo deve rispettare prima di agire in via diretta.
Caccia di selezione
Inoltre – ricorda Coldiretti – lo stesso Piano pone particolare attenzione proprio sull’utilizzo della caccia di selezione. Infatti, secondo il Parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca, essa risulta particolarmente utile per ridurre gli impatti negativi del cinghiale sulle attività produttive, anche dato il suo basso impatto ambientale. In quest’ottica quindi, anche i corsi di formazione per la pratica della caccia di selezione, tenuto conto anche dell’alto numero di domande insoddisfatte, vanno incentivati quanto più possibile.
D’altronde – spiega ancora Coldiretti – che il ridurre il numero di cinghiali, rappresenti un punto fermo imprescindibile, è dimostrato pure dalle richieste di risarcimento danni giunte fino ad ora agli Atc, le quali, come riportato dagli stessi alla Regione, già sforano i budget a loro disposizione.
Aumento prezzi cereali, gli Atc:
impossibile ripagare i danni dei cinghiali
La filiera delle carni
Infine – conclude Coldiretti nel richiedere un incontro urgente su questi temi – la questione della filiera della carne degli ungulati, ritenuta essenziale per la risoluzione di questa emergenza.
La gestione delle carcasse dei cinghiali derivanti sia dall’attività venatoria che da quella di contenimento – afferma Coldiretti – necessita di essere disciplinata in maniera completa e lineare. Nonostante l’adozione delle linee guida in materia di igiene delle carni selvatiche infatti, restano ancora importanti passi da fare sul tema. Passi necessari – secondo Coldiretti – per la commercializzazione e tracciabilità delle carni dei cinghiali, sulla quale il compito e il supporto dell’apposito gruppo di lavoro preannunciato in sede di tavolo tecnico regionale va chiarito e reso immediatamente operativo.