L'apparecchiatura da 44 mila è stata consegnata stamattina dal benefattore al reparto di Oncologia dell'ospedale di Città di Castello
Un’apparecchiatura che ha come obiettivo quello di contenere uno degli effetti collaterali più evidenti e temuti delle terapie oncologiche: l’alopecia.
A questo serve il casco refrigerante “Paxman Scalp Cooler”, l’ultima donazione effettuata al reparto di Oncologia medica dell’ospedale di Città di Castello (è la prima in Umbria a beneficiare di tale dispositivo), del valore di quasi 44 mila euro. In tutta Italia si contano circa 80 macchinari di questo genere.
La nuova apparecchiatura, donata da Biesta Paul Willem (il primo da dx nella foto), è stata consegnata giovedì 31 marzo, presso la sala riunioni della direzione generale dell’ospedale di Città di Castello, alla presenza di Gilberto Gentili, direttore generale Usl Umbria 1, Silvio Pasqui, direttore presidio ospedaliero Alto Tevere, Michele Montedoro, responsabile facente funzione UOSD oncologia Usl Umbria 1 area nord, Marino Cordellini, direttore dipartimento Chirurgico Usl Umbria 1, e del donatore accompagnato dalla moglie.
“Nel corso della mia carriera – ha esordito Gentili – raramente ho visto un’attenzione del genere dei cittadini verso l’ospedale della città. Questa ennesima donazione è un ulteriore attestato di stima nei confronti di questi professionisti. Sono orgoglioso della mia squadra”.
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Biesta Paul Willem ha spiegato il perché ha deciso di fare questa donazione: “Ho visto i miracoli che sa fare il Paxman Scalp Cooler in Irlanda, dove viveva mia sorella che ha combattuto un cancro recidivo al seno per 4 anni senza perdere mai i capelli. Io mi sono ammalato nel 2020 e, durante una delle notti passate in bianco, ho pensato e deciso di donare questo casco. Ho fatto delle ricerche e ho riscontrato che nessun altro ospedale lo ha in Umbria. Per questo ho deciso di donarlo e ne sono fiero e felice”.
“Questo dispositivo è importante e impatta sulla qualità della vita dei pazienti – ha detto Montedoro – che hanno riscontrato esperienze migliorative anche fino al 90%, con casi di alopecia lieve. Questo casco è in grado di fornire una ‘palliazione emotiva’ e semplifica così il lavoro per i medici. Migliora l’aderenza alla qualità della vita e siamo desiderosi di provarlo”. “Le persone si curano dando una risposta multidisciplinare – ha aggiunto Pasqui – e il nostro ospedale è in grado di fornire prestazioni eccellenti: dall’aspetto ricostruttivo a quello psicologico. Non facciamo sentire i nostri pazienti soli ed infatti anche lunedì 4 aprile entrerà in servizio una nuova psicologa, questo a dimostrazione dell’attenzione che ha l’Azienda nei confronti di chi soffre”.
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Come da evidenze consolidate in letteratura scientifica, il “Paxman Scalp Cooler” consente a circa il 70% dei pazienti sottoposti a chemioterapia (intervallo variabile dal 90% al 40% in base al tipo di trattamento) di ridurre l’alopecia a un tasso di grado lieve o nullo, grazie al suo sistema di vasocostrizione che riduce l’afflusso ematico al bulbo pilifero tramite l’applicazione di un casco che mantiene una temperatura costante tra 0° e -4°. Nonostante il dispositivo non impatti sulle prospettive di guarigione del paziente oncologico è estremamente rilevante il ruolo che può esercitare tale apparecchiatura nella preservazione di una buona qualità di vita durante i trattamenti.
In Europa sono operative circa 3000 apparecchiature Paxman e si calcola che approssimativamente siano stati eseguiti ben oltre 400 mila trattamenti, con risultati pubblicati sulle principali riviste scientifiche. L’inizio della distribuzione in Italia, avvenuto circa 8 anni fa, è dovuto a Praesidia Srl di Bologna che ha installato finora una ottantina di apparecchiature, dislocate prevalentemente al centro nord. “Paxman Scalp Cooler” è un valore aggiunto che va a testimoniare l’attenzione dei reparti di oncologia nel trattare non solo i pazienti per “la malattia oncologica”, ma prendendosi cura della persona nella sua integrità, alleviando l’ulteriore carico emotivo legato alla caduta dei capelli.