Scatta l'interrogazione dei membri di maggioranza Biancarelli, Martinelli e Zaccagni sul recente episodio "Scrivono cose gravi tutte smentite da dati ufficiali" | Lettera dipendenti cementerie al sindaco "Serve cambio di passo"
Un semplice pezzo di carta, pieno di affermazioni sicuramente “poco moderate”, riaccende il dibattito sul Css a Gubbio. Stavolta si tornerà a parlarne in Consiglio comunale, grazie ad una interrogazione di Riccardo Biancarelli (Democratici per Gubbio), Mattia Martinelli (Scelgo Gubbio) e Francesco Zaccagni (Socialisti civici e popolari).
Il volantino dei No Css
I tre consiglieri di maggioranza, nel documento, richiamano l’attenzione dell’amministrazione sui contenuti di un volantino a firma dei Comitati No Css, distribuito in più copie nei giorni scorsi anche all’uscita dalle scuole. Il messaggio principale, rivolto “a genitori e nonni”, era il seguente: “La salute dei nostri figli, qui e ora, è seriamente in pericolo, più di quella di ognuno di noi. Il territorio di Gubbio ha i dati tra i peggiori in Europa per presenza di tumori, malattie respiratorie e cardiovascolari”.
“Quanto scritto dai comitati è procurato allarme”
Biancarelli, Martinelli e Zaccagni – facendo notare come in fondo al volantino ci sia pure una richiesta economica ai cittadini per finanziare il ricorso al Tar contro la recente autorizzazione della Regione all’uso di Css-C – chiedono a sindaco e giunta se quanto affermato dai comitati “sia accettabile o da considerarsi un vero e proprio procurato allarme, visto che i dati ufficiali smentiscono totalmente queste affermazioni”. Il registro tumori 2001-2016 (unico dato ufficiale disponibile), dimostra in effetti che Gubbio non ha un’incidenza tumorale sopra la media umbra: nello specifico sono leggermente sopra il tasso standard i tumori a stomaco e colon mentre sono sotto la media quelli alle vie respiratorie.
A Stirati, in qualità di responsabile della salute e della sicurezza pubblica (oltre che dell’immagine della città), viene dunque chiesto “quali azioni intenda intraprendere per sollecitare, per l’ennesima volta, la Regione Umbria, affinché proprio il registro tumori – fermo dal 2016 – venga ripristinato al più presto per il territorio eugubino, nella speranza che simili infondati allarmismi non trovino più spazio”.
La lettera dei dipendenti delle cementerie
Sulla falsa riga delle perplessità di parte della maggioranza, si sono mossi anche i dipendenti delle cementerie Barbetti e Colacem e l’indotto di tutte le ditte esterne. Quest’ultimi hanno infatti deciso di scrivere al primo cittadino una lettera aperta, che esprime tutta la preoccupazione per il futuro del settore cementiero a Gubbio, anche a fronte della recente chiusura dei forni di Colacem a causa dei costi esorbitanti di energia e carburanti.
“Basta allarmismi”
Anche in questo caso i firmatari denunciano il via vai di notizie allarmistiche “che non corrispondono alla verità dei fatti. La giusta e corretta informazione, purtroppo, ha lasciato spazio a ricostruzioni lontane dalla realtà (completamente diverse dai dati scientifici ufficiali), demonizzando erroneamente la città. Un danno di immagine per Gubbio, dove purtroppo si è lasciato spazio alla paura immotivata”.
“Serve cambio di passo di sindaco e giunta”
I dipendenti, nonostante il sindaco Stirati abbia sempre sostenuto di non volere la chiusura delle cementerie, hanno poi ribadito come il recente ricorso al Tar da parte del Comune sia stato percepito come un’azione che rema contro di loro: “Non abbiamo mai sentito proposte giuste che riguardano economia, ambiente e ricadute sociali, ma abbiamo visto solo logiche di puro consenso politico immediato, volte a sostenere gruppi estremisti dell’ambientalismo”. La richiesta alla giunta è infatti quella di “un cambio di passo, che condanni gli estremismi e le falsità prodotte in questi mesi”, oltre a “dire con chiarezza ‘no alle delocalizzazioni’ e allo smaltimento delle risorse industriali locali”.