Il sindacato docenti: non ci sono le condizioni per riprendere le lezioni a scuola in sicurezza
Anche il Sinod (Sindacato nazionale orizzonte docenti) appoggi la richiesta dei presidi che hanno firmato la petizione per chiedere due settimane di Dad visto l’andamento dei contagi e i disagi per i molti professori e personale Ata in quarantena.
Covid, ecco l’elenco dei presidi e delle scuole
che invocano la Dad
“Chi vive la scuola ha preso le distanze su chi la scuola non la vive o è assente da quasi cinquant’anni.” Così Antonino Ballarino, presidente italiano che in Italia presiede il Sindacato Nazionale Orizzonte Docenti (SINOD), dopo l’appello firmato da circa un quarto dei dirigenti scolastici di tutta Italia.
L’appello dei presidi
La lettera appello è stata indirizzata sia al premier Mario Draghi, sia al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ed anche ai governatori delle Regione. Il presidente della Campania, De Luca, è pronto ad emettere un’ordinanza per il rinvio della ripresa delle lezioni in presenza, ma il Governo annuncia che la impugnerà.
“Meglio due settimane di didattica a distanza per tutti che fare lezioni miste” dice Ballarino. Che aggiunge: “Ci si deve rendere conto che dobbiamo fare i conti con la realtà, prendendo atto dell’acuirsi in queste ore dell’emergenza sanitaria che sta preoccupando il nostro Paese per l’alto numero dei contagi che sembra crescere a dismisura, rischiando di mettere in difficoltà le strutture sanitarie e di soccorso, che già lanciano il loro grido d’allarme per situazioni pericolosamente insostenibili”.
“Non serve a nulla riprendere la scuola il 10 gennaio – prosegue il presidente del Sinod – perché in tanti si è certi che con l’aumentare dei contagi anche la didattica in presenza sarà interrotta in molti casi”.
“La scuola non può aprire in sicurezza”
Ma soprattutto, per Ballarino ad oggi non ci sono le condizioni per riaprire le scuole in sicurezza: “Anche noi del SINOD riteniamo, come i duemila presidi, che ‘il distanziamento è una misura sulla carta, stanti le reali condizioni delle aule e la concentrazione degli studenti nelle sedi. E visto che il virus si trasmette per via aerea, l’ambiente classe è una condizione favorevolissima al contagio per alunni e docenti, anche se vaccinati. Ricordo però che il problema sono i contagi fuori e non a scuola! Come si può dare la colpa dei contagi alla scuola, indicandola come una possibile fonte di trasmissione del virus, quando si sa che sono gli assembramenti al di fuori di essa a procurare l’incremento dei casi! Si parla che circa l’80 per cento dei contagi avvengono in famiglia, a causa del fatto che soprattutto i giovani e adesso anche i bambini portano a casa il virus contratto fuori. E’ arrivato, dunque, il momento di prendere le giuste decisioni senza perdere altro tempo”.
Il nodo trasporti
E poi c’è il grande nodo dei trasporti: “Basterebbe semplicemente raddoppiare i mezzi di trasporto – la soluzione prospettata dal Sinod – per ridurre il rischio contagio”.