Terni, Comune taglia stipendio a maestre infanzia, Cgil pronta a mobilitazione - Tuttoggi.info

Terni, Comune taglia stipendio a maestre infanzia, Cgil pronta a mobilitazione

Luca Biribanti

Terni, Comune taglia stipendio a maestre infanzia, Cgil pronta a mobilitazione

Mar, 07/09/2021 - 11:56

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Il Prefetto ha chiesto ulteriore tempo ai sindacati che, nei prossimi giorni, incontreranno ancora i l'amministrazione comunale per raggiungere un accordo

Nella giornata di ieri, 6 settembre, i sindacati hanno incontrato il Prefetto di Terni per la procedura di raffreddamento dello stato di agitazione del comparto Servizi Educativi Comunali, in relazione alla sospensione dell’indennità di turno di 30 maestre di asilo che, da 5 mesi, si sono viste decurtate la busta paga di 150 euro per una determina unilaterale della dirigente Donatella Accardo. La stessa amministrazione ha precisato che si vuole “verificare la legittimità della sua corresponsione, alla luce dell’art. 23, comma 3, lett. b), CCNL del 21.5.2018 e di un recente parere reso dall’ARAN”.

Cgil pronta alla mobilitazione

Il Prefetto Emilio Dario Sensi ha chiesto ulteriore tempo ai sindacati che, nei prossimi giorni, incontreranno ancora i dirigenti dell’amministrazione comunale per raggiungere un accordo; qualora non venga raggiunta un’intesa si procederà a una mobilitazione. È quanto emerso nell’ambito di una conferenza stampa convocata stamattina nella sede della Cgil, dove la responsabile della Segreteria Regionale, Desirè Marchetti, il Segretario Generale della Funzione Pubblica, Giorgio Lucci, le lavoratrici Elisabetta Dell’Università e Cinzia Colagrande hanno illustrato ciò che sta avvenendo nell’organizzazione dei Servizi Educativi Comunali.

Sospesa indennità di turno e stato di agitazione

Lo stato di agitazione è iniziato per la decisione della dirigente del Comune di procedere in senso unilaterale di decurtare lo stipendio di 30 educatrici comunali (quelle impiegate nei nidi aperti 10 ore), non riconoscendo più l’indennità di turno che incide per circa 150 euro sulla busta paga mensile. Ad accorgersi della decurtazione, secondo quanto riferito dai sindacati, sarebbero state proprio le lavoratrici dei Sec che, dopo alcune verifiche, hanno chiesto chiarimenti all’amministrazione, scoprendo il motivo dello stipendio decurtato. A questo punto i sindacati hanno indetto lo stato di agitazione e, dopo alcuni confronti con l’amministrazione nessun accordo è stato raggiunto.

Quale risparmio?

Dal Comune è stato risposto che la decisione è stata presa per ‘risparmiare’ e per via dello stato di ‘dissesto’, ma i sindacati hanno precisato che l’indennità “è compresa nel salario accessorio previsto dall’articolo 67 del contratto del pubblico impiego. Quindi non c’entra nulla il risparmio per il Comune”. “L’indennità di turno non è solo questione salariale, ma organizzazione del lavoro, è la risposta che l’amministrazione dà ai cittadini. Le ore di offerta dei servizi rispetto alla cittadinanza – chiarisce Desirè Marchetti – deve diminuire, a meno che non si faccia una campagna di assunzioni fortissima. L’infanzia è regolata da una serie di accordi che vengono fatti a livello locale, ma regolata a livello regionale”.

Precisa volontà politica di depotenziare i Sec

Giorgio Lucci ha parlato apertamente di “Depotenziamento del servizio pubblico che si sta verificando in vari settori, come Asm. Ci stiamo occupando dei Sec, per Terni da sempre un fiore all’occhiello nell’ambito dei servizi pubblici. Stiamo assistendo a un depotenziamento in favore dei privati anche in questo settore – continua Lucci – 30mila euro sono stati messe a disposizione per i cittadini che vogliono rivolgersi al privato con uno spostamento in bilancio. Non abbiamo nulla contro il privato, ma non possiamo accettare il depotenziamento dei servizi pubblici”.

Pubblico depotenziato per il privato

Elisabetta dell’Università, una delle lavoratrici dei Sec, ha precisato che: “C’è una scelta politica precisa di spostare i fondi verso il privato, perché non è il privato che va a supportare il pubblico; è una questione di scelta al momento dell’iscrizione dei bambini. O si accetta l’incentivo del Comune per il privato o ci si rivolge al servizio pubblico, è come se l’amministrazione facesse concorrenza a se stessa”.

Criticità aperte

Desirè Marchetti aggiunge un’ulteriore riflessione sullo spostamento dei fondi dal pubblico al privato: “Incentivare le famiglie all’utilizzo delle strutture private con lo spostamento dei fondi comunali ci sembra una manovra singolare, visto che l’accesso dei nidi comunali avviene attraverso l’esame dell’Isee delle famiglie. Rimangono comunque aperte alcune criticità che abbiamo riscontrato in partenza come il calendario scolastico, la questione sicurezza, ovviamente l’indennità di servizio, l’organizzazione del lavoro; sono tutti temi che ancora devono essere affrontati nei prossimi tavoli di confronto”.

Tema sicurezza

Cinzia Colagrande, un’altra delle lavoratrici dei Sec, ha sottolineato come il tema sicurezza sia fondamentale. Lo scorso anno, in piena pandemia, i Sec hanno lavorato a piccoli gruppi, ‘a bolle’, con un educatore ogni 8 bambini. “Questo permetteva un controllo dei contatti efficiente in caso di contagio – sottolinea la Colagrande – Quest’anno si doveva intervenire su queste criticità, invece non sono state corrette, ma si è pensato di allargare il numero dei bambini nella bolla, da 8 a 16, perché si vuole risparmiare su personale e supplenti”.

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