I sindacati dopo il summit istituzionale con i vertici della banca: giochi ormai fatti, piano industriale e riduzione di servizi già decisi
L’incontro della governatrice Donatella Tesei con i vertici della Cassa di Risparmio di Orvieto, nominati dalla capogruppo MedioCredito Centrale, ha fatto storcere la bocca ai segretari umbri dei lavoratori del credito. Non per le valutazioni sulle linee del piano industriale, che assicura credito al territorio, ma lamenta possibili tagli alle filiali.
Il problema, lamentato dai rappresentanti umbri di Fabi, Fisac Cgil, First Cisl, Uilca Uil, Unisin, è che da luglio 2020 attendono la risposta alla richiesta che tutti i sindacati regionali “con viva preoccupazione, indirizzarono alla stessa Tesei per un incontro sulla situazione che si stava appalesando per il futuro della C.R. Orvieto, dei suoi clienti e dei dipendenti, così come per tutte le altre Aziende di credito ubicate in Umbria che sono parimenti alle prese con piani di ristrutturazione e riorganizzazione che lasciano prefigurare conseguenze pesanti su qualità del servizio ed occupazione nel settore”.
Ecco perché l’incontro con la sindaca Tardani e i nuovi vertici di Cr Orvieto viene giudicato intempestivo e scorretto dal punto di vista istituzionale.
“Presentarsi oggi, a giochi fatti, con un piano industriale già delineato, con chiusure e riduzioni di servizi già decisi, con il cappello in mano invocando la clemenza della corte – accusano i sindacati – suona come una inaccettabile sottovalutazione dell’allarme che, in tempi non sospetti, i sindacati lanciarono nel tombale silenzio di chi oggi si proclama paladino dei clienti e territori”.
I bancari ritengono inoltre “una scorrettezza istituzionale gravissima” essere stati esclusi da qualsiasi interlocuzione “non cercando, ma anzi accuratamente evitando quelle opportune sinergie per una efficace difesa del territorio e dei dipendenti della Cr Orvieto”.