Covid, i farmacisti umbri vogliono essere vaccinati

Covid, i farmacisti umbri vogliono essere vaccinati

Redazione

Covid, i farmacisti umbri vogliono essere vaccinati

Dom, 03/01/2021 - 11:31

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Luciani (Federfarma) chiede che la categoria venga inserita nel piano vaccinale anti-Covid della Regione Umbria

I farmacisti umbri vogliono essere vaccinati prima possibile contro il Covid. Per questo il presidente di Federfarma Umbria, Augusto Luciani, chiede alla Regione di inserire la categoria tra quelle che prioritariamente riceveranno le dosi di vaccino disponibili.

Coronavirus, quasi mille
umbri vaccinati

L’appello di Luciani per i farmacisti

“I farmacisti sono stati in prima linea e continuano ad esserlo tuttora – il messaggio di Luciani – la vaccinazione anti Covid-19 di questa importante categoria della sanità territoriale, rivelatasi preziosa componente per il contenimento della pandemia grazie anche ad iniziative di successo come quella dello screening effettuato tramite test sierologici gratuiti a studenti e familiari, è doverosa”.

La proposta di Squarta e Pace

Un appello, quello del presidente di Federfarma Umbria, che arriva con convinzione dopo la presa di posizione degli esponenti politici Marco Squarta, presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria ed Eleonora Pace, consigliere regionale, che hanno invocato appunto l’inserimento dei farmacisti nel piano vaccinale varato dalla Regione Umbria, ritenendo le farmacie importanti presidi territoriali anche in termini di capillarità e di contatto con il cittadino.

“Vaccino anti Covid, la luce in fondo al tunnel”

“Siamo pronti a vaccinarci e desiderosi al tempo stesso che questa nostra volontà venga recepita, riteniamo infatti che il vaccino sia al momento l’unica e fondata speranza per poter superare questa terribile pandemia che ha modificato abitudini e stili di vita della popolazione mondiale. Crediamo fortemente nella scienza, capace in passato di sconfiggere malattie ed epidemie mortali e contagiose proprio come il Covid-19. I farmacisti – prosegue Luciani – specialmente nelle delicatissime fasi della prima ondata che aveva costretto al lockdown l’intera nazione, con le farmacie sempre aperte nonostante le restrizioni, hanno spesso rischiato la propria salute quando c’era assoluta scarsità di dispositivi di protezione individuale, garantendo non soltanto il servizio continuo di dispensazione del farmaco,  ma anche dando supporto psicologico alla popolazione in quei difficilissimi giorni. Sappiamo bene che ci sarà ancora da lottare rispettando alla lettera le disposizioni vigenti per contrastare il Covid, ma con l’arrivo del vaccino si intravede la luce in fondo al tunnel dopo mesi di totale oscurità”.

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