“Assurdo che i cacciatori debbano pagare i danni causati dai cinghiali”. E’ il grido di rivolta delle 28 squadre di caccia al cinghiale dell’Alta Valle del Tevere che, proprio oggi (venerdì 16 ottobre), hanno inviato una lettera all’Atc Perugia 1, chiedendo di non voler sborsare gli oltre 40 euro, in quota pro capite (circa 2000 euro a squadra) richiesti dalla Regione per, appunto, rimediare ai vari disagi provocati dagli ungulati.
“Siamo circa 1300 cacciatori, costretti a dover sborsare quote mai viste prima per pagare (noi) i danni causati dai cinghiali. – si legge nella missiva – Questo è un momento economico complicato per tutti e, nonostante la nostra disponibilità nel fare gli interventi di contenimento richiesti dall’Atc e dall’impossibilità di realizzare gli stessi a febbraio e marzo, causa emergenza sanitaria, ad oggi ci viene richiesto di pagare oltre 40 euro a cacciatore“.
Un qualcosa di mai visto nella nostra Regione e che grava ulteriormente su di noi che già paghiamo cifre importanti per poter sostenere l’attività venatoria
“Se Regione Umbria e Atc non porranno rimedio alle attuali condizioni – scrivono le 28 squadre dei distretti D1, D2, D3, D4 e D8 – non intendiamo ritirare il verbale per la caccia e i cinghiali saranno quindi liberi di muoversi senza abbattimenti! Per rispetto del nostro impegno, della grande collaborazione sempre dimostrata e del momento particolare che stiamo vivendo, chiediamo quindi che sia Atc a sostituirsi ai cacciatori per l’intero importo stabilito, facendosi carico delle quote relative ai danni causati dai cinghiali“.