Lenny Kravitz ha ufficializzato questa mattina con un messaggio postato sui suoi canali social che i concerti programmati per questa estate 2020 e poi sospesi non verranno riprogrammati al 2021.
L’incertezza generata dall’ancora forte impatto del Covid-19 sul mondo fa si che Kravitz preferisca al momento non riprogrammare le sue date europee.
Il messaggio di Kravitz
Questo il messaggio postato dal musicista americano:
“A tutti i miei amici in Europa: mi spiace comunicarvi che le date del mio “Here To Love” tour al momento non saranno riprogrammate a causa dell’impatto del Covid19 in tutto il mondo.
Non vedevo l’ora di venire a suonare e a celebrare la vita con voi ma al momento è importante assicurarsi che tutti voi, cosi come la mia band e il mio crew, rimaniate al sicuro e in salute.
Spero di tornare presto da voi e di trovarvi al sicuro. Siamo tutti la stessa cosa. Stiamo insieme and Let Love Rule.“
In un post sulla pagina ufficiale di Facebook, Umbria Jazz rende nota la decisione del musicista che si abbatte come una scure sulla testa dei quasi 9mila fan che avevano già acquistato il biglietto in prevendita.
Non è un mistero che il concerto di Kravitz sarebbe stato il pezzo forte dell’edizione 2020, qualcosa di molto simile al concerto di Prince del 2011, il tutto ovviamente all’Arena Santa Giuliana.
Ma a complicare ulteriormente la vicenda annullamento ci si mette la frase che segue e che chiude laconicamente il post di UJ:
“I biglietti verranno rimborsati secondo la normativa vigente.”
Rimborso o Voucher?
E’ ormai noto che la “normativa vigente” prevista dal Decreto “Rilancio” ha dato il via libera al rimborso del biglietto per concerti e viaggi annullati a causa dell’emergenza sanitaria, ma non senza condizioni: per eventi e concerti il rimborso è ottenibile solo nel caso di assenza di ulteriori date entro un anno e mezzo dalla cancellazione. In tal caso si ha diritto al rimborso dell’intero prezzo pagato.
E’ chiaro dunque che nel caso di Kravitz, con l’annullamento del Tour confermato anche per tutto il 2021, l’organizzazione di UJ dovrebbe procedere ai rimborsi integrali e non all’emissione di Voucher.
Come e in che tempi probabilmente verrà comunicato a breve nel sito ufficiale della manifestazione.
Questo però non ha impedito lo scatenarsi di una vera e propria bagarre di commenti (al momento quasi 90) sul post di Facebook di Umbria Jazz e molti con toni affatto lusinghieri.
Chi parla ancora dubbioso nei commenti di voucher da utilizzare per una data successiva dello stesso artista, evidentemente non conosce la nuova normativa sopra detta.
Quello invece che emerge con prepotenza in molti post, è l’assoluta indifferenza all’evento, per alcuni spettatori, intesa come festa del Jazz.
I commenti
Recita un commento gelido come il PoloNord, “Allora siano ridati i soldi. Tanto più che, parlo di me personalmente, non sono molto amante del jazz, ho preso il biglietto per uno spettacolo rock, quindi non accetterò un voucher per un festival che non mi interessa.
Altra cosa era se fosse stato un festival interamente rock Kravitz è serio e in mezzo a questa incertezza, ha preferito non riprogrammare.
Altri passano direttamente alle maniere forti, ” Verrò di persona a riprendermi i soldi ve lo assicuro, alla sola parola voucher partirà uno sganassone “.
Altri ancora si rassegnano alla recente evoluzione della kermesse umbra che della contaminazione ha fatto quasi un sistema perfetto, molto spesso per motivi non del tutto artistici, ” Oramai sono tanti anni che ad Umbria Jazz (luglio) di jazz ce ne è ben poco… come ad esempio anche a Montreaux Jazz Festival. Consiglio Umbria Jazz Winter ad Orvieto a fine dicembre. Sempre che si faccia.“.
E la teoria dei commenti prosegue per un po, fino al punto in cui non è intervenuta la moderazione sulla pagina.
Forse perchè il dispiacere per il mancato evento con Kravitz ha preso il sopravvento e qualche parola grossa in più deve essere volata.
Il periodo turbolento di UJ
Che Umbria Jazz attraversi un periodo turbolento è ormai cosa nota, sopratutto dopo l’ultima assemblea della Fondazione per l’approvazione del consuntivo 2019 (pre- Covid, sia chiaro!).
E indubbiamente è con tristezza che i post in cui si legge del disinteresse per la manifestazione “jazzistica”, segnano una sorta di contrappasso dell’attuale gestione.
Da voci di corridoio non confermate, pare si stia preparando un cambio al vertice della Fondazione che però, a nostro modesto parere, non può non riguardare tutti gli aspetti di gestione nel loro complesso.
Sappiamo bene di toccare un “santuario“, ma nel caso specifico è fin troppo evidente che occorra una nuova via che fondi la sua esistenza non solo sulla sapiente conoscenza del Jazz da parte di chi si occupa di direzione artistica, amministrativa o organizzativa.
Non ci si può dimenticare il fatto che il Festival è oggetto di ingenti contributi pubblici e che per questo si deve rispondere responsabilmente delle proprie scelte.