Disco verde per oltre 26mila attività in provincia di Terni. A seguito infatti dell’ultimo DPCM del 17 maggio 2020, raggiungono quota 26.687 le aziende che possono tirare su la saracinesca, la quasi totalità del sistema produttivo locale. Dal 18 maggio sono infatti solo 132 le imprese della provincia ancora in lockdown, pari allo 0,4% delle imprese attive, di cui localizzate sul territorio comunale sono 82, mentre le restanti 50 si trovano nel resto della provincia.
Il dettaglio
Ancora ferme dunque le società operanti nei settori “ricreativo e divertimento” (principalmente società sportive, in totale 83 sul territorio provinciale), centri termali e benessere (7) , sale giochi e scommesse (17) cinema (6), società che gestiscono spettacoli, rappresentazioni teatrali o artistiche in genere (3) le attività sportive, comprese palestre (16).
Con il DPCM del 17 maggio 2020, il numero delle aziende che non possono riaprire si è dunque ridotto drasticamente in provincia di Terni, cosi come nel resto del territorio nazionale. Basti pensare che al 4 maggio a Terni ancora il 15% del sistema produttivo era con le saracinesche abbassate, pari a oltre 4mila imprese.
Via libera dunque a ristoranti (724 in tutta la provincia), parrucchiere ed estetiste (753) bar (85) e alberghi (120), negozi di abbigliamento (203). Pronti alla ripartenza anche agenzie di viaggio e tour operator (44).
La Camera di Commercio
“L’ordinanza del 17 maggio non è un’ordinanza come le altre – tiene a precisare il Presidente della Camera di Commercio di Terni, Giuseppe Flamini – perché è l’ordinanza della ripartenza, porta con sé un effetto psicologico molto importante per gli imprenditori e i cittadini”.
“Certamente lo shock è stato pesante e ad oggi non è possibile fare previsioni perché molto dipenderà da come si evolverà la situazione sanitaria, non c’è dubbio che andremo incontro ad un periodo di recessione, la preoccupazione tra gli operatori economici è palpabile, basti sapere che stiamo ricevendo un numero elevatissimo di richieste di accesso al nostro bando liquidità, anche per richieste di prestiti minimi”.
“Tra i settori più colpiti dalla conseguenze della pandemia c’è quello del turismo, che forse dovrà attendere il 3 giugno, giorno in cui riapriranno i confini tra le regioni per poter riavviare effettivamente la propria attività” “Noi ci auguriamo che la nostra provincia, con le sue meravigliose Terre di San Valentino, brand che come Camera di Commercio stiamo promuovendo da tempo insieme alle altre istituzioni – conclude il Presidente Flamini – possa rappresentare la metà ideale per i turisti dell’estate 2020, con i suoi piccoli borghi, le numerose attività all’aria aperta che può offrire e le proposte enogastronomiche in grado di competere con territori turisticamente più consolidati”.