E’ stato condannato a 5 anni di carcere Hasan Varoshi, il 28enne albanese che tre anni fa provocò serie ustioni alla sua ex fidanzata dando fuoco alla sua abitazione.
Il giovane era stato accusato di tentato omicidio premeditato e incendio doloso, ma il collegio penale del tribunale di Spoleto oggi ha derubricato l’ipotesi di tentato omicidio in lesioni personali e violazione di domicilio, mentre l’incendio è stato ritenuto colposo. Per Varoshi è stato disposto anche l’obbligo di firma, al posto degli arresti domiciliari che aveva finora.
Il giovane torna dunque libero, “dato il superamento del termine complessivo di durata” delle misure cautelari di tipo custodiali. Dovrà però recarsi una volta al giorno davanti ai carabinieri di Gualdo Tadino e non potrà allontanarsi da casa dalle 22 alle 7.
I fatti erano accaduti il 30 gennaio 2017 a Gaifana di Nocera Umbra, quando era scattato l’allarme per l’incendio di un’abitazione con due persone ustionate. Stando a quanto poi era stato ricostruito, Varoshi aveva gettato della benzina nella casa della sua ex fidanzata, dandole fuoco. La donna, quarantenne, aveva riportato gravi ustioni. Pure il giovane era rimasto ferito nell’incendio, anche se in modo lieve. La difesa dell’imputato ha sostenuto però come non avesse intenzione di uccidere la ex, ma solo di spaventarla, tanto da averla aiutata ad uscire dalla casa in fiamme.
Dopo un lungo processo davanti al collegio penale del tribunale di Spoleto (Padula presidente, Cercola e Festa a latere), martedì pomeriggio è arrivata la sentenza. Con le accuse per Varoshi, difeso dall’avvocato Massimo Zaganelli, ridimensionate notevolmente, tra lo sbigottimento di accusa e parti civili.
A rappresentare l’accusa il pm Michela Petrini (che aveva seguito all’epoca anche le indagini sull’incendio al casolare) e che aveva chiesto per l’imputato 16 anni di carcere.
Nel processo si sono costituiti parte civile sia la ex fidanzata di Varoshi che i proprietari della casa data alle fiamme. Il collegio ha stabilito per loro un risarcimento provvisionale rispettivamente di 20mila e 10mila euro.
Ora si attendono le motivazioni della sentenza, all’esito delle quali è già stato annunciato ricorso in appello.
(aggiornato alle ore 18.30)