In Terza Commissione consiliare regionale i commissari delle Asl e delle aziende ospedaliere hanno anche parlato della messa in mora di medici ed operatori sanitari relativamente ai risarcimenti pagati dalle Aziende, a seguito di conciliazioni con i pazienti o i loro familiari, per danni causati da presunti casi di malasanità. Lettere che chiamano in causa medici ed operatori sanitari anche per migliaia di euro, relativi a casi in cui gli stessi professionisti non hanno neanche avuto modo di difendersi.
“La messa in mora di medici e operatori sanitari – hanno perà spiegato i responsabili delle due Asl e delle Aziende sanitarie – serve a interrompere il rischio di prescrizione dopo cinque anni ma non avvia alcun procedimento di rivalsa, che è competenza della Corte dei Conti”.
La medicina difensiva
I sindacati dei medici, tra l’altro, hanno evidenziato come questa nuova procedura, che chiama in causa anche anche i professionisti, finisca per aumentare la medicina difensiva e quindi i costi per il sistema sanitario nazionale.
Un problema del quale ha parlato anche l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, secondo il quale “occorre trovare soluzioni per evitare la medicina difensiva, che costa miliardi a livello nazionale, soldi che sarebbe meglio spendere per curare le persone. Ci sono avvocati particolarmente aggressivi che si stanno specializzando su questo campo e il Servizio sanitario va quindi difeso con norme più chiare”.
L’iniziativa di Bori
L’audizione era stata richiesta dal consigliere regionale del Partito democratico Tommaso Bori, che ha raccolto tra gli operatori sanitari la “preoccupazione per le lettere che alcuni di loro hanno ricevuto recanti cifre economiche importanti che non vengono effettivamente richieste ma possono togliere la serenità di chi lavora a beneficio della salute degli altri”.
I casi attenzionati dalla Corte dei Conti
“Non vengono chieste cifre correlate alla messa in mora – ha spiegato il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Antonio Onnis – che serve invece ad interrompere il rischio della prescrizione. Al momento riscontriamo una ventina di messe in mora ma va detto che gli eventi ‘attenzionati’ dalla Corte dei Conti sono intorno all’uno per cento”.
Colpa grave rarissima
Silvio Pasqui, commissario straordinario dell’Azienda Usl 1, ha sottolineato che su 908mila euro di sinistri nella Asl 1 sono stati liquidati 178mila euro; per l’unico sinistro catastrofale è stata pagata una franchigia molto alta. “La Corte – ha detto – ha ultimamente espletato le situazioni in maniera più cogente per i sinistri definiti nel 2014, al fine di interrompere i fini prescrittivi. Al momento nulla cambia e la dimostrazione di colpa grave capita in rarissimi casi”.
Ospedale di Terni, una trentina di casi
“Nell’Azienda ospedaliera di Terni – ha spiegato il commissario straordinario Andrea Casciari – la Procura è tornata indietro fino al 2012 (sempre per interrompere la prescrizione, ndr.) ma la gran parte dei provvedimenti sta andando in archiviazione. Per i medici l’invito a dedurre si verifica solo in casi di colpa grave. Occorre migliorare la comunicazione, parlando con il medico la tensione diminuisce. Si tratta di pochi casi, tornando indietro negli anni solo una trentina”.
I casi alla Usl2
“Nell’Azienda Usl 2 – ha detto il commissario straordinario Massimo de Fino – ci sono 55 casi per un totale di 6 milioni di euro, ma non si segnalano casi di colpa grave. Ci sono però studi legali che si stanno specializzando in questa attività di richiesta rimborsi per danni”.
Il lavoro della Commissione su questa problematica non si è esaurito con l’audizione odierna. Prossimamente saranno ascoltati anche i rappresentanti dell’Ordine dei medici e degli infermieri, oltre ai rappresentanti sindacali.