Nella giornata di ieri (martedì 26 marzo), all’alba, la Polizia ha dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di un intero nucleo familiare, composto da tre cittadini albanesi residenti da anni a Sansepolcro, i genitori 55enni e il figlio 25enne, tutti responsabili in concorso del reato continuato di produzione e spaccio di droga.
Le indagini, portate avanti dagli agenti dell’ufficio anticrimine del commissariato biturgense, coordinate dalla Procura della Repubblica di Arezzo, hanno permesso di delineare una maxi rete di spaccio di cocaina messa in atto dai tre i quali, com’è emerso, avevano ormai guadagnato gran parte del mercato dell’intera Alta Valle del Tevere.
L’attività investigativa era iniziata nei primi mesi del 2018, quando la polizia aveva notato più volte la presenza a Sansepolcro di individui residenti in altri Comuni e conosciuti come assuntori di sostanze stupefacenti. Osservando i movimenti di questi ultimi, gli agenti avevano notato che gli stessi, dopo avere incontrato uno o più componenti della famiglia arrestata, lasciavano subito il territorio di Sansepolcro, particolare che ha indotto gli agenti ad avviare mirati servizi di osservazione.
Con frequenti pedinamenti e appostamenti, che hanno interessato anche i Comuni limitrofi a quello biturgense, la Polizia in pochi mesi ha documentato centinaia di cessioni di droga, recuperando e sequestrando diverse dosi di cocaina cedute dai tre stranieri che, proprio perché insospettabili, erano diventati un punto di riferimento per i consumatori della zona.
La famiglia si muoveva già da tempo con disinvoltura, spacciando cocaina in qualsiasi orario e zona della vallata, raggiungendo anche quotidianamente Pieve Santo Stefano, Caprese Michelangelo, Anghiari, San Giustino e Città di Castello, ma con l’accortezza e la particolarità di far pagare la trasferta quasi il 20% in più: forse anche per tale ragione, molto spesso, erano i clienti a recarsi nei pressi della loro abitazione di Sansepolcro; sono comunque ugualmente numerose le consegne di cocaina documentate dai poliziotti ed effettuate nei pressi del centro storico di Sansepolcro.
Le modalità erano sempre le medesime, contatto telefonico o “Whatsapp” con l’indicazione in codice della quantità che si voleva acquistare: a volte veniva indicato il numero di “birre, caffè o bevute”, e successivamente avveniva l’incontro in un luogo indicato dai tre arrestati. L’importante giro d’affari accertato dalle indagini e la reiterazione delle innumerevoli condotte di spaccio, hanno reso necessario l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare richieste dalla Polizia ed emesse dal Gip del Tribunale di Arezzo, pertanto i tre sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa di essere processati.