La Consulta del Volontariato di Protezione Civile Regionale Umbra della Protezione si unisce al cordoglio per la morte di Giuseppe Zamberletti, il padre della Protezione Civile Italiana, che ha avuto sempre ben chiara la necessità della collaborazione fra gli enti nella risoluzione delle emergenze.
“La sua capacità di ascolto delle Istituzioni locali e delle popolazioni colpite dai gravi eventi – scrive la Consulta – è sempre stato il suo tratto distintivo. Soluzioni e interventi vanno costruiti insieme diceva con i comuni e i loro cittadini. Comunità locali e cittadini consapevoli sono anche un controllo democratico ai tentativi di speculare sulle disgrazie. Da lui l’idea di un Sistema di Protezione Civile che mettesse assieme tutte le anime del soccorso, che superasse un modello operativo vecchio che delegava la titolarità solo all’esercito e ai vigili del fuoco nei soccorsi in emergenza“.
In questa ottica si è costruito il nuovo modello di protezione civile, un sistema che vede tutte le necessarie specificità e professionalità, coordinate sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri.
“È stato Zamberletti per primo – prosegue la Consulta – a capire e pensare alla necessità di un volontariato organizzato e professionale che ha avuto la possibilità di far parte, con pari dignità a quelle Strutture Operative che, per loro stessa natura e storia, sono principalmente composte da professionisti. Oggi possiamo dire che quella intuizione ha fatto del volontariato di protezione civile la spina dorsale del sistema. Una visione dell’integrazione fra soggetti pubblici e privati che, con la legge del 1992, ha precorso i tempi e che oggi danno tutti per scontato“.
“Zamberletti ci ha insegnato, anche con la propria attività di divulgatore – si legge ancora nella nota – l’importanza della Pianificazione e della Previsione ma, soprattutto, il ruolo centrale che la Prevenzione deve avere nel rapporto con il territorio. Solo la figura del sindaco, il ‘primo cittadino’, poteva essere l’elemento chiave della Protezione Civile e della resilienza di una comunità e questa è stata una delle sue più grandi intuizioni“.
“Se oggi in Umbria esiste un volontariato che lavora con efficacia ed efficienza in libere associazioni di cittadini e gruppi comunali con la finalità di soccorrere la comunità nelle grandi emergenze – prosegue la Consulta – lo si deve, primo fra tutti anche solo per ordine di tempo, alla figura carismatica di un legislatore visionario ed innovatore come era Zamberletti. Continueremo a citarlo nei corsi di formazione in ogni pubblica manifestazione come il padre della Protezione Civile moderna in modo da tramandare ai nuovi volontari il suo ricordo ed insegnamento“.
“Ci auguriamo – conclude il comunicato – che il suo lascito permanga anche nella futura legge regionale umbra del volontariato datata 1988 che speriamo vedrà la luce nei prossimi mesi. Abbiamo chiesto alla Regione Umbria di poter partecipare con una delegazione della Consulta regionale del volontariato ai funerali che si terranno nella giornata a Varese. Crediamo che lo si debba a questo uomo che tanto ha dato anche alle popolazioni dei nostri territori“.