Impietosamente vero ed efficacemente rappresentativo della situazione regionale il dato riportato da Gianluca Carini, Presidente del primo soggetto gestore della Regione Umbria (Umbra Acque serve oltre la metà della popolazione servita) collegato alla vetustà delle reti che purtroppo caratterizza, peraltro, l’intero territorio nazionale.
Il dato in particolare dichiarato per Umbra Acque, al fine di argomentare adeguatamente l’incremento delle risorse economiche, è certificato dal bilancio idrico dell’anno 2016, unica fonte di legittima certificazione, e rappresenta percentualmente la differenza fra l’acqua immessa in rete e l’acqua fatturata agli utenti.
Effettivamente l’attuale disponibilità di fondi destinati al mantenimento delle reti in efficienza copre solo un decimo del reale fabbisogno, storicamente a causa dell’esigenza sociale di mitigare l’incidenza sulle tariffe dell’acqua che pesano sulle tasche dei cittadini; infatti la tariffa copre proprio gli investimenti già effettuati, salvo che si possa far conto –come pure accade spesso per gli investimenti nella depurazione- su contributi di fonte regionale, statale o comunitaria.
La questione, drammaticamente venuta alla ribalta in occasione della grave emergenza idrica dell’estate scorsa, è finalmente all’attenzione concreta del legislatore con una svolta istituzionale mai vista prima. La stessa Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha emanato direttive specifiche sulla qualità tecnica del servizio idrico anche in materia di perdite di rete, imponendo a tutti i soggetti gestori delle percentuali di riduzione delle perdite anno per anno fino al valore del 25% che rappresenta la soglia fisiologica.
La rete idrica gestita da Umbra Acque è lunga 7000 Km, quanto quella della metropoli romana che serve un numero di abitanti sei volte maggiore! Ciò significa che Umbra Acque perde circa 12 metri cubi a chilometro al giorno. Questo indicatore di perdita, che sarà utilizzato da ARERA ai fini della valutazione dell’efficienza del gestore, consente di poter apprezzare lo sforzo manutentivo in proporzione alla estensione della rete.
In ogni caso, proprio in occasione dell’appuntamento di aprile con l’AURI (Autorità Umbra per Rifiuti e Idrico) per l’aggiornamento del Piano di investimenti, la Società ha messo a punto un programma mirato all’ammodernamento della rete (ricerca perdite e sostituzione condotte con priorità su quelle in cemento amianto che sono presenti su meno del 5% della rete totale) che si aggiungerebbe alle opere già finanziate dalla Regione per fronteggiare la crisi idrica.
di Umbra Acqua SpA