Un nucleo verde: l’Umbria. Una colonna con sei petali dorati: le sue Fondazioni di origine bancaria. Questo il simbolo scelto per il progetto espositivo “Un immenso bene umbro nel racconto delle fondazioni di origine bancarie” allestito presso Palazzo Lippi Alessandri, in Corso Vannucci, a Perugia ed inaugurato ieri, 9 maggio, con un incontro che si è tenuto presso la Sala dei Notari di Palazzo dei Priori.
Si tratta di una mostra non convenzionale, di una sorta di racconto che si sviluppa lungo le sale del palazzo, dove ciascuna Fondazione – Città di Castello, Foligno, Orvieto, Perugia, Spoleto, Terni e Narni – ha allestito un suo spazio con opere d’arte, volumi, filmati e materiali di vario genere che testimoniano l’attività svolta negli anni per la tutela e la valorizzazione del territorio in cui opera, in particolar modo nell’ambito dell’arte. Ciascuna con le proprie peculiarità.
Come sottolineato dai rappresentanti delle sei Fondazioni intervenuti – la Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia Cristina Colaiacovo, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto Sergio Zinni, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello Italo Cesarotti, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno Gaudenzio Bartolini, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni Luigi Carlini e il Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto Fabrizio Figorilli – il progetto è stato ideato proprio in occasione dei 25 anni dalla nascita delle Fondazioni di origine bancaria. Un anniversario molto importante che le sei Fondazioni umbre hanno deciso di festeggiare insieme con una esposizione che vuole far conoscere al pubblico quanto ciascuna di esse ha realizzato singolarmente in questo quarto di secolo, ma anche il lavoro di cooperazione che le ha viste unite in varie iniziative, a vantaggio dell’intera comunità regionale.
In termini di risorse in questo arco di tempo le sei Fondazioni complessivamente hanno stanziato 380 milioni di euro impegnati nei più diversi settori – sanità pubblica, ricerca scientifica, cultura, volontariato, istruzione, sviluppo locale, assistenza agli anziani e alle fasce più deboli – offrendo un contributo oggettivamente molto significativo per la crescita sociale ed economica del territorio.
Ma ciò che è altrettanto importante evidenziare, così come ha fatto Vittorio Sgarbi nel suo intervento alla Sala dei Notari, è che “le fondazioni bancarie stanno testimoniando una vitalità che evidentemente non è solo perugina”. Il critico d’arte ha rimarcato che dopo la mostra “Da Giotto a Morandi”, il percorso espositivo che raccoglie i tesori delle Fondazioni italiane inaugurato lo scorso aprile dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia a Palazzo Baldeschi, “mi pare che ci sia una specie di contagio – ha detto Sgarbi – mi pare che ci sia un’animazione che parte dall’Umbria, che poi si estende ad altre città, per fare capire quanto sia importante il patrimonio delle Fondazioni. Questa mostra, che interessa solo l’Umbria e non tutta l’Italia, è particolarmente significativa in quanto propone artisti che rappresentano la grande civiltà umbra, ma qui c’è anche una consapevolezza, che forse è stata determinata da un mio spunto, di quanto sia importante far vedere questa testimonianza di supplenza rispetto a quanto lo Stato non ha fatto o non ha potuto fare”.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
La prima sala ospita la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, che si racconta insieme alla sua società strumentale “Centro per la Cultura e lo sviluppo economico”.
Oltre ad una breve sintesi dei vari ambiti di intervento nei quali la Fondazione è stata impegnata nel corso dei suoi primi 25 anni, si è ritenuto di esporre alcune tra le principali acquisizioni concernenti non solo l’arte antica, ma anche l’arte contemporanea.
In particolare una preziosa Madonna in trono con il Bambino di Andrea di Cione, detto l’Orcagna, lo stendardo bifacciale di uno dei più importanti artisti di Foligno, Niccolò di Liberatore detto l’Alunno, oltre ad un piccolo trittico portatile destinato al culto domestico di Scuola Folignate ed infine un San Rocco di drammatica intensità di Ugolino di Gisberto.
Completa l’esposizione il rilievo grafico della Calamita Cosmica, l’enorme e straordinario scheletro realizzato da Gino De Dominicis e conservato nella chiesa della Santissima Trinità in Annunziata a Foligno.
Un importante compendio librario testimonia l’impegno della Fondazione e della sua società strumentale anche in ambito editoriale.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, che tra le innumerevoli iniziative culturali sostenute può vantare il prestigiosissimo Festival dei Due Mondi e il Teatro Lirico Sperimentale “A.Belli”, ha scelto di puntare sull’artista spoletino più famoso in campo nazionale ed internazionale, Leoncillo Leonardi, uno dei protagonisti dell’arte del Novecento di cui la Fondazione ha acquisito numerose opere. In mostra si possono ammirare gli “Studi per San Sebastiano” – riferibili agli anni dell’informale – una maschera ed un cavallo in terracotta. In alcuni pannelli, invece, sono riprodotte le “Affinità patetiche”, una delle prime due opere dell’artista acquisite dalla Fondazione, insieme a il “Corpo Dolente”, i cui originali sono in comodato gratuito presso Palazzo Collicola Galleria d’Arte Moderna, a Spoleto.
Il nucleo espositivo della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello è rappresentato da Palazzo Vitelli a S.Egidio, magnifica reggia della metà del ‘500 di cui sono presenti un plastico realizzato dagli architetti Tiziano Sarteanesi, Alberto Bacchi e Giovanni Tesegian ed otto disegni a penna, matita e acquerello, con rialzi di biacca, riferiti al ciclo pittorico dei Fatti dei Vitelli esposto presso il salone dei Fasti Vitelleschi e attribuito al bolognese Prospero Fontana. Immancabile un riferimento ad Alberto Burri, lo straordinario artista dell’arte informale nato a Città di Castello e affermatosi in tutto il mondo di cui è esposto il Catalogo Generale delle opere. Una delle teche contiene il Codice manoscritto di Alessandro di Longino datato 1725 che contiene “La storia di Città di Castello dal 1651 al 1675”.
E non poteva mancare neppure lo splendido Duomo, rappresentato magnificamente nell’olio su tela di Joseph Langl, tra le opere selezionate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto per la mostra perugina, tra le quali troviamo due dipinti (Ora di Vespro e Paesaggio etrusco) ed un disegno (Vista sulla Rupe di Orvieto) di Umberto Prencipe, l’artista che, napoletano di nascita, visse ad Orvieto agli inizi del Novecento facendo della città sul tufo la sua seconda casa e la sua più profonda fonte di ispirazione come testimoniano le tre opere esposte. Gli altri due oli su tela (Il Ritratto femminile ed Il paesaggio toscano) sono di Luigi Frittelli, il pittore fiorentino appartenente alla corrente dei macchiaioli, che ha vissuto ad Orvieto i primi anni del Novecento; infine i due bronzi (Desideri e Contadino), realizzati sui gessi dello scultore orvietano Paolo Pollidori.
A rappresentare la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ci sono dipinti di artisti del calibro di Dottori (di cui la Fondazione ha finanziato il catalogo generale) Cerrini – al quale è stata dedicata una mostra nel 2004 – Perin del Vago, appartenenti alla raccolta di proprietà che conta oltre 100 opere d’arte. In linea con le attività svolte per la salvaguardia dell’opera di Luca Pacioli e in memoria dei 500 anni dalla sua morte, avvenuta nel 1517, in mostra ci saranno anche due originali per la prima volta visibili al pubblico. C’è anche un pezzo della prestigiosissima Collezione di Ceramiche esposta a stabilmente a Palazzo Baldeschi, altro immobile acquisito dalla Fondazione perugina dove, con il supporto della Fondazione CariPerugia Arte, la strumentale nata nel 2014, vengono realizzate mostre e dove è allestito il museo permanente dedicato alla Collezione Alessandro Marabottini donata dallo studioso fiorentino alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Uno spazio è stato dedicato anche alla Collana che comprende le Tesi di Laurea pubblicate dalla Fondazione nell’ambito del bando che dal 2005 premia i lavori di studiosi meritevoli con l’obiettivo di sostenere la ricerca su temi riguardanti la storia culturale e artistica dell’Umbria.
Infine, la Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni ha selezionato 9 quadri della sua collezione d’arte, che conta oltre 1.100 opere tra dipinti su tela, acquerelli, disegni e sculture tutte conservate nel cinquecentesco palazzo Montani Leoni, sede di importanti eventi culturali. Non potendo disporre di opere inserite in esposizioni permanenti, quali le preziose “Cascate delle Marmore”, la Fondazione ha selezionato alcuni artisti come Orneore Metelli – cui è stata dedicata una mostra nel 2014 – e Ugo Castellani– la cui opera riassume una parte significativa della pittura novecentesca ternana, ma anche del pittore e ceramista Piero Gauli con le due opere l’Acciaieria e Omaggio ad Acquasparta e all’Accademia dei Lincei. Per contribuire in modo determinante al tema conduttore della mostra “Un immenso valore umbro”, la Fondazione ha scelto di questi artisti prevalentemente raffigurazioni del territorio locale. A queste opere si aggiunge il dipinto realizzato da Antonio Mancini, mai esposto sino ad ora: Figura in giardino, un ritratto di donna eseguito dall’artista romano attingendo alla grande tradizione pittorica del naturalismo partenopeo. A corredo della sezione dedicata a Terni e Narni una rassegna delle pubblicazioni più significative curate in 25 anni di attività e due video illustrativi: uno dal titolo “Vieni con me” volto alla promozione del “Cuore verde dell’Umbria” e un altro sul sito archeologico di Carsulae, antico insediamento di epoca romana.
Il percorso espositivo di arricchisce di numerose pubblicazioni editoriali realizzate dalle Fondazioni o grazie al loro contributo e di alcuni video che ne raccontano la storia e il l’impegno che le ha viste protagoniste nell’ambito dei diversi settori in cui operano.
Dall’arte al sociale, dalla ricerca alla solidarietà: ecco come nasce e si trasmette un immenso bene umbro.