Quando una semplice frase, nell’era digitale, può scatenare l’inferno. E’ successo anche a Michele Bravi, il 22enne cantante tifernate arrivato quarto al recentissimo Festival di Sanremo.
Un’affermazione, quella del giovane artista, che ha colpito nell’orgoglio proprio i suoi concittadini di Città di Castello durante un’intervista nel programma Deejay Chiama Italia, condotto da Linus e Nicola Savino. Proprio quest’ultimo ha infatti domandato a Michele, scherzando sulla sua giovane età, quanti anni avesse e dove si trovasse il giorno degli attentati dell’11 settembre 2001. Il giovane tifernate ha così risposto:
Avevo 7 anni, in quel periodo guardavo la Melevisione, perché a casa mia o guardi la tv o giochi con le capre … Eravamo a Città di Castello, un paesino dell’Umbria
Apriti cielo. Il video, postato su Facebook, ha fatto letteralmente infuriare una grossa fetta di tifernati, che hanno puntato il dito soprattutto contro quello che è stato giudicato uno “scarso senso di appartenenza” del vincitore di X Factor 2013. L’accanimento mediatico, come spesso accade, si è espresso anche con alcuni fotomontaggi, in cui Michele, ad esempio, diventa Sgarbi o anche Heidi. Piovono critiche anche dal mondo politico, dove addirittura, un esponente dell’opposizione, chiede che il cantante debba delle pubbliche scuse all’Amministrazione comunale, che ha sempre supportato l’artista in ogni evento.
Tante altre persone, nel burrascoso dibattito venutosi a creare nei social, hanno invece minimizzato, non cogliendo nessuna malizia nella frase del giovane.
Non è la prima volta che Michele Bravi finisce nell’occhio del ciclone. Il cantante, infatti, soprattutto sul web, ha sempre fatto infuocare le tastiere di molti, ricevendo diverse critiche, che hanno toccato per esempio il suo presunto accento “romanesco”, ma anche tantissimi apprezzamenti da fan di tutte le età.
Questa semplice frase ha fatto talmente tanto scalpore da far passare completamente in secondo piano il disco d’oro che Michele, sempre nella giornata odierna, ha conquistato grazie al suo pezzo sanremese “Il diario degli errori” (superate le 25.000 copie vendute).