Come in un romanzo storico avvincente, Corrado Augias, spiega l’intrigo politico, gli interessi, le spinte sociali che determinarono la crocifissione. E lo fa in Ecce Homo, Amatomia di una condanna aprendo di continuo tante parentesi, una più interessante dell’altra, senza mai perdere il filo e dando vita ad uno spettacolo che indaga le ultime ore di Gesù. Ore delle quali in genere si sa poco ed ancora meno si conosce della situazione politica e militare della Palestina in quegli anni. Il tempo è il luogo, insomma, sono stati determinanti per meglio capire la tragica sorte del Nazareno. Per quale motivo Gesù venne arrestato? Che cosa spinse il procuratore romano ad emettere una sentenza capitale? I vangeli, quelli canonici e non, danno una spiegazione esauriente degli avvenimenti? Su Maria sono state spese molte parole, ma non su Giuseppe. E infine, chi era davvero Giuda?
Corrado Augias, da solo, sul palco del Caio Melisso, aiutato da immagini e un accenno musicale dalle note pesanti, conduce lo spettatore alla scoperta di un Gesù che rappresenta non solo l’uomo della pace, ma anche della rivolta. Un personaggio, quindi, rivoluzionario e commovente pronto a mettere in gioco per le sue idee la sua stessa vita.