Non era scontato che la 29ma edizione del Todi Festival potesse essere un successo in termini di gradimento del pubblico e di critica. Ma l’esperienza di Silvano Spada e la costanza della Giunta del sindaco Carlo Rossini e dell’assessore con delega alla cultura, Andrea Caprini, nel sostenere la manifestazione ha consentito a Spada di poter avere una piattaforma di lavoro su cui costruire un Festival dimostratosi agile e coinvolgente, concreto e senza inutili fronzoli.
“Todi ha ritrovato il suo festival – ha esordito ieri il Sindaco Carlo Rossini in una Sala della Giunta gremita di giornalisti per la conferenza stampa finale della kermesse – L’edizione 2015 dimostra che si può avere un festival di successo, con una formula che funziona. Un festival che fa bene alla città, alla sua promozione, valorizzazione e vitalità, alla cultura, alle persone che vi prendono parte, agli operatori economici. Il festival è una scelta precisa. È la scelta di un periodo di programmazione straordinaria ed intensa, come è quella del festival, all’interno di una programmazione annuale nutrita, come è nel caso di Todi. È una occasione stimolante e di richiamo. Il festival porta Todi sotto i riflettori del palcoscenico nazionale e la promuove. Vorrei far notare – ha sottolineato il Sindaco – la grandissima opportunità per la nostra città di occupare spazi sulla stampa, anche e soprattutto nazionale. Un respiro che difficilmente si otterrebbe con eventi e rassegne sciolte. Gli investimenti in questo senso iniziano a portare frutti. È innegabile che il flusso turistico stia aumentando velocemente da tre anni a questa parte, anche grazie al festival. Il festival ritrovato può avere lunga vita, in un processo di innovazione continua. Per questo oggi si può scegliere di guardare al festival con rinnovata speranza, accettando la sfida di renderlo sempre fresco ed attuale. A tal proposito, la scelta di quest’anno del teatro gratis per tutti ha intercettato bisogni e attese del pubblico, leggendo correttamente i tempi e dando una risposta di successo con una formula profondamente innovativa. La scelta di Silvano Spada di aprire una nuova fase con i giovani è generosa ed intelligente. Generosa perché spesso in questo Paese i ricambi generazionali sono traumatici, mentre il Direttore del festival ha proposto un cammino di trasferimento di competenze e di proficuo scambio intergenerazionale. Intelligente, perché queste scelte si fanno quando le cose vanno bene, quando c’è tempo e serenità per lavorare, non costretti da eventi traumatici”.
Nella gioia per i risultati ottenuti, Rossini, in apertura della conferenza stampa, non teme di ricordare come si sia rischiato nel 2012 di dover chiudere definitivamente l’esperienza del Festival, dopo gli insuccessi, maggiormente economici, delle edizioni precedenti. “Ho cambiato idea solo dopo l’incontro con Silvano Spada al quale chiesi di riprendere in mano la sua creatura mettendo in campo una programmazione precisa e puntuale”, aggiunge Rossini.
Indubbiamente però il tema principale e l’attenzione dei media, nella conferenza stampa finale di ieri (1 settembre ndr.) si è focalizzato sull’intervento di Spada, appena 24 ore prima, in cui il Direttore Artistico ha annunciato le dimissioni, propedeutiche all’apertura di una nuova fase della manifestazione.
“Chi dice che con la cultura non si mangia, dice una volgarità bassissima– esordisce un Silvano Spada diretto e schietto come sempre- un Festival come questo di Todi produce professionismi importanti. Ci sono giovani motivati ed entusiasti che imparano o hanno imparato e possono poi andare avanti nel solco tracciato”. Spada ricorda in proposito ai giornalisti, una per tutti, come la carriera di Annika Larsson, oggi assistente del Direttore Artistico di Umbria Jazz, Carlo Pagnotta, sia iniziata proprio con il Todi Festival.
“Inutile girarci attorno – aggiunge Silvano Spada – il Todi Festival 2015 è stato un successo clamoroso sotto tutti i punti di vista. Un trionfo che ha riportato il Festival, e questo era l’impegno che ho assunto con il Sindaco Carlo Rossini tre anni fa, al livello che compete a una kermesse così importante in una città come Todi. Sfido chiunque a trovare una manifestazione in Italia oggi che abbia avuto un riscontro, anche mediatico, come quello avuto dal Festival in questi 10 giorni, per quanto riguarda il teatro”.
I numeri del Todi Festival
E per sottolineare che l’interesse è stato di livello, Spada fa anche un gustoso passaggio sulla critica teatrale:
“Ho smesso da tempo di inseguire i critici, spesso gente malmostosa che ce l’ha con il mondo perchè nasconde nel cassetto delle commedie che nessuno gli mette in scena. Spesso dopo averli accuditi in tutto, ti riservano due o tre trafiletti che non servono a nessuno. Quello di cui ha bisogno il Festival è delle pagine piene, dove si apprezzi compiutamente anche le provocazioni che un Festival mette in programma, e questo nell’interesse della città. Per me i critici di cui tenere conto sono pochi, Masolino D’Amico, Rodolfo Di Giammarco e Franco Cordelli. Altro tipo di stampa che promuove il Festival e la città è quella che ci interessa di più.”
Silvano Spada fa anche un passaggio su come il Festival cambi anche il target del visitatore della città. Non più, per la maggior parte, il pellegrino di Collevalenza ma un turista di target medio alto, con interessi culturali definiti che desidera anche ricevere un accoglienza adeguata. Un nuovo modo di fare impresa nel turismo che impone un forte rinnovamento anche nelle strutture esistenti. “Non servono più gli alberghi tarati sull’accoglienza media del commesso viaggiatore. E questo vale anche per i ristoratori. Insomma non basta solo l’azione del sindaco e dell’amministrazione, occorre modificare prospettiva”. E Spada aggiunge sul tema della promozione, “Tutti i passaggi mediatici che abbiamo avuto in questi giorni e la veicolazione in termini di pubblicità della città andrebbero calcolati da parte di chi opera nel settore. Bisogna sempre domandarsi quanto costerebbe alle proprie tasche acquistare una pagina intera di Repubblica o del Corriere della Sera, e comunque di qualsiasi testata. Questa riflessione vale anche per coloro che accusano l’amministrazione di aver speso troppi soldi per il Festival. Andrebbe fatta una riflessione anche su quanto gli altri festival importanti in Umbria spendono. Insomma ognuno usa i soldi che ha. La differenza sta nel come li si spende e Todi non spende troppo in cultura”.
Alla inevitabile domanda sul futuro della manifestazione, dopo le dimissioni da direttore artistico, Spada chiarisce, “Ci sono e rimango a collaborare con il Festival, e in questi 3 anni non sono stato a crogiolarmi nel successo. Sono cresciute intorno a me delle persone giovani che possono essere risorse preziose e dobbiamo festeggiare il 30mo anno di Festival, il prossimo anno, con i giovani e non con i bacucchi. Troveremo con il sindaco i percorsi adatti per questa cosa. Fare un Festival è un mestiere preciso, e la prima cosa che devo trasferire ad un giovane è proprio quella di stare nel budget e non sforare. Questa è la prima e fondamentale regola.”
E poi inaspettato arriva un ricordo personale su Gian Carlo Menotti, fondatore e direttore artistico del Festival Dei Due Mondi di Spoleto.
“Fare un Festival è un mestiere”.
“Il Direttore artistico, vero, assoluto, il maestro, il genio è stato Gian Carlo Menotti. Io sono uno che l’ha guardato, ammirato, rispettato e in qualche modo ho cercato di imparare da lui. Non ce ne sono altri, come lui, in grado di assumersi anche il rischio di impresa (e cita il famoso episodio della vendita dei quadri di proprietà per pagare i debiti della manifestazione). Ed è stato grande anche da vecchio, lui era il vero direttore artistico per eccellenza. Niente a che vedere con chi oggi prende il suo tranquillo stipendio e non rischia una lira di suo, come nei teatri stabili. Menotti ha inventato la formula del Festival, che non esaurisce i suoi effetti appena finita la sua programmazione”. Un giovanissimo Spada aveva frequentato il Festival dei Due Mondi al seguito di Anna Magnani, per poi tornare anni dopo invitato da Menotti stesso a rappresentare al Caio Melisso la sua piece Gin &Tonic
Tuttoggi.info chiede in conclusione a Spada se le sue dimissioni preludono alla formazione di una Fondazione che renda stabile la struttura del Festival e che lo veda magari li protagonista e, infine quanto costa il Festival stesso.
Spada risponde diretto, “Non sono disponibile ad un incarico in una fondazione, rimango vicino alla manifestazione, ma escludo la formula della fondazione. Il Festival conta su un finanziamento comunale di 80mila euro deliberati dal comune, con una richiesta però di 120mila che sarà possibile integrare con i residui di bilancio e sui quali ovviamente conto. Ci sono, inoltre le occupazioni degli spazi teatrali e le piazze come valore. Poi c’è un contributo deliberato dalla Regione di 30mila euro ed uno di 35mila, leggermente inferiore al solito, della Legge17”.
E Spada si ferma qui, non aggiungendo altro ad esempio sulle sponsorizzazioni, alcune anche di livello. Dopo quasi 2 ore di conferenza, stampa, forti del successo dell’edizione 2015, non resta che attendere la nomina del nuovo Direttore Artistico ed il lancio del nuovo programma per festeggiare i 30 anni di vita del Todi Festival, indubbiamente nel segno di Silvano Spada.
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Di Sara Cipriani e Carlo Vantaggioli
Foto e video: Tuttoggi.info (Sara Cipriani)
(Modificato 02-02-2016)
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