Nuova ‘svolta’ per la piscina comunale di Spoleto. Attualmente affidata in forma diretta alle due associazioni sportive (riunite in un Associazione Temporanea di Scopo) che da anni effettuano attività di promozione del nuoto e degli sport acquatici in generale, la struttura di piazza d’Armi verrà presto consegnata ad un nuovo gestore esterno attraverso una gara d’appalto del valore di poco inferiore agli 800mila euro.
Non un project financing dunque, ma una semplice procedura ad evidenza pubblica, che obbligherà comunque il nuovo gestore ad una serie di interventi di ristrutturazione necessari per garantire il funzionamento di un impianto che, pur non avendo mai chiuso in oltre 30 anni di vita, ha evidentissimi segni di usura. Specie a livello di impianti tecnologici e di depurazione, che andranno senz’altro riqualificati puntando sul risparmio energetico.
Nulla a che vedere col ‘faraonico’ project financing presentato all’amministrazione comunale dal Consorzio Abn poco più di un anno fa. Tre milioni e mezzo di investimento per trasformare l’impianto natatorio ‘Pallucchi’ in un centro sportivo all’avanguardia con piscina coperta da otto corsie e tribuna da 400 posti a sedere, palestra, percorso fitness, ristorante, spazio coworking. Peccato che il progetto sia rimasto solo sulla carta visto che chi l’aveva proposto non ha neanche formalizzato un’offerta.
Il bando a cui sta lavorando l’amministrazione (15 anni di durata) è molto meno ambizioso, ma è quello che serve per garantire il funzionamento di un impianto che ha visto crescere generazioni di spoletini nei sani valori dello sport e della socialità, e che attualmente occupa, tra personale specializzato addetto alle manutenzioni, assistenti bagnanti, allenatori ed istruttori di nuoto e delle varie discipline acquatiche, una trentina di persone, tutte spoletine.
La proposta di esternalizzare la gestione tramite l’appalto pubblico è stata discussa qualche giorno fa in commissione e votata ieri in consiglio comunale, dove è passata nonostante l’astensione dei consiglieri del PD che hanno sottolineato la possibilità, per l’ente, di tornare a gestire il servizio in forma diretta. Ipotesi, questa, che cozza con le attuali possibilità economiche dell’ente che si troverebbe costretto a far fronte a molti oneri tecnici, amministrativi e gestionali.
Più verosimile che il comune, riconoscendo l’alta valenza sociale e educativa delle attività che si svolgono quotidianamente in piscina, possa ‘fare la sua parte’ concedendo al soggetto vincitore dell’appalto un contributo annuale, presumibilmente di alcune decine di migliaia di euro.
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