Una maxi-operazione condotta dal Nucleo Operativo Antibracconaggio di Roma del Corpo Forestale dello Stato, coadiuvato dai Comandi Stazione Forestali di Norcia e Norcia Bis, rispettivamente dipendenti dal C.T.A. di Visso (MC) e dal Comando Provinciale C.F.S. di Perugia hanno permesso di individuare i responsabili di un’attività di bracconaggio che interessava il territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini in Comune di Norcia.
Da tempo gli uomini della Forestale erano sulle tracce di alcuni soggetti che svolgevano attività di bracconaggio, sia nell’area protetta che al di fuori, e per la loro individuazione si è resa necessaria la pianificazione di un’attività investigativa complessa ed articolata. Gli Agenti della Forestale hanno monitorato tutti gli spostamenti dei cacciatori di frodo riuscendo così a prevedere ogni possibile azione criminale. I sospettati erano soliti transitare durante le ore serali lungo le strade sterrate all’interno dei boschi per la ricerca di animali selvatici da abbattere. L’intensificarsi dell’attività investigativa ha fatto emergere anche tracce che fanno supporre un incremento delle pratiche venatorie di frodo tramite gruppi organizzati, l’attenzione di questi è rivolta in special modo ad assicurarsi che il personale CFS abbia già svolto servizio nelle ore diurne per poter tranquillamente operare nelle ore notturne.
Il blitz, scattato durante le ore serali, ha portato alla denuncia di due persone, F.F. di anni 66 e F.G. di anni 38 entrambi residenti a Norcia, per i reati di caccia all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, caccia in periodo di chiusura generale, disturbo della fauna selvatica, omessa custodia delle armi e omessa denuncia di variazione del luogo di detenzione delle armi. Subito sono state eseguite le perquisizioni sul veicolo utilizzato dai due bracconieri e presso l’abitazione di uno di questi. Le perquisizioni, che hanno visto impegnati nove tra Sottufficiali ed Agenti del Corpo Forestale dello Stato, hanno permesso di ritrovare: un fucile semiautomatico calibro 30.06 con relativo caricatore contenente 4 munizioni ed un faro alogeno utilizzato per la caccia illegale oltre ad una pistola calibro 6.35 irregolarmente detenuta.
E’ stato anche individuato il posto per la macellazione degli animali: in una cantina dell’abitazione sono stati rinvenuti e sequestrati diversi prosciutti di cinghiale ritenuti presumibilmente freschi che, qualora avallata questa ipotesi, confermerebbero l’attività illegale perpetrata dai due soggetti. I due bracconieri ora rischiano una pena fino ad un anno di arresto e ammende fino a 4.000 euro e la sospensione della licenza di porto fucile per uso caccia fino a tre anni.