Il vivaio di Capezzano, eccellenza per la produzione di piantine tartufigene e olivo, è una risorsa importante per lo sviluppo rurale del territorio che va salvaguardata. E c’è bisogno di un progetto mirato non solo a scongiurarne la chiusura ma anzi a potenziarne l’attività.
È quanto sostengono i Capigruppo Consiliari, preoccupati perché ormai da alcuni mesi è stata bloccata la vendita della piantine, facendo supporre quindi una prossima chiusura dell’attività vivaistica. La produzione delle piantine del vivaio ha dato un forte contributo nelle ricostituzione degli uliveti (anche dopo eventi traumatici come la gelata del 1988) su tutto il territorio regionale e ha contribuito alla divulgazione delle tartufaie coltivate.
Per questo l’attività di Capezzano, che occupa attualmente sei dipendenti dell’Agenzia Forestale Regionale, che hanno acquisito negli anni un’alta professionalità, e due borse di studio del Comune di Spoleto, è stata al centro di una mozione urgente, firmata nei giorni scorsi dai Capigruppo, per impegnare Sindaco e Giunta a coinvolgere Regione dell’Umbria, insieme a tutti i territori della Valle Spoletina e della Valnerina, nella salvaguardia delle eccellenze che in anni di ricerca e sperimentazione sono state prodotte a Capezzano.
Un’attività che va potenziata, si sostiene nella mozione, perché oltre a rappresentare un fattore importante per lo sviluppo rurale del territorio e anche in virtù delle prospettive future, legate agli incentivi che potranno derivare dal Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020, possa prevedere anche una forte valorizzazione del patrimonio immobiliare a fini sociali.
Spoleto, dove sono stati organizzati tre congressi internazionali sul tartufo e sede dell’Istituto Sperimentale per l’Olivicoltura, si è sempre distinta per il sostegno e la valorizzazione dell’attività agricola inserita in un contesto ambientale e paesaggistico di pregio.