Il Festival dei 2 Mondi ha aperto le porte al rock affidandosi ad uno dei più famosi cantautori italiani, Edoardo Bennato, che l’altra sera ha letteralmente riempito piazza Duomo con un concerto che rimarrà negli annali della kermesse menottiana.
Certo, Giorgio Ferrara ha azzardato molto nell’inserire un simile evento nel Programma (nella storia dello Spoleto se ne contano davvero pochi di ‘momenti’ rock), ma è probabile che avesse voluto ‘tastare’ il polso al pubblico per spianare la strada ad un più importante ‘impegno’, una occasione degna della tradizione festivaliera. Una qualche conferma in tal senso è arrivata alla fine del concerto quando, salito sul palco, il direttore artistico ha annunciato che Bennato lavorerà a un’Opera che verrà prodotta dal festival per la prossima edizione 2015. “Ci stiamo pensando, non vi dico di più, ma sarà una bella avventura” ha detto Ferrara visibilmente soddisfatto per la presenza di così tanto pubblico (non ci sono dati ufficiali, ma è probabile che siano stati almeno 2.500 i ticket staccati all’ingresso). Ma torniamo al concerto del Peter Pan di Bagnoli, del cantautore che da sempre, con graffiante leggerezza e ironia, ha saputo ora toccare temi sociali di grande rilevanza, ora accompagnare intere generazioni alla ricerca dell’Isola che non c’è.
Se Bennato è una consolidata certezza (la voce non è quella di un tempo, ma a 68 anni sa ancora emozionare) il vero valore aggiunto sono i suoi musicisti, davvero straordinari.
Al Quartetto flegreo aprire il sipario sulle note di Vivaldi e accompagnare Bennato che comincia da alcuni indimenticabili successi come Dotti medici e sapienti, In fila per tre, Fantasia, L’isola che non c’è, Cantautore, Meglio topolino. Gli archi (Simona Sorrentino e Giusy Tafano al violino, Luigi Tufano viola, Marco Pescosolido violoncello) abbandonano ora la scena per il One man band: piazza Duomo è tutta per Edo che si accompagna con chitarra, fisarmonica, tamburo e kazoo. E’ la volta di Abbi dubbi, Sono solo canzonette, Il gatto e la volpe, Arrivano i buoni. Bennato non è di molte parole ma di tanto in tanto, fra una canzone e l’altra, manda qualche messaggio al pubblico: parla di scuola, della malapolitica, del sogno di riconvertire la sua Bagnoli.
E’ ora di rock e sul palcoscenico sale la band che vanta nomi di tutto rispetto come Gennaro Porcelli e Giuseppe Scarpato (chitarre), Raffaele Lopez (tastiere), Lorenzso Patrix Duenas (basso) e Roberto Perrone (batteria). Si comincia con Al diavolo il grillo parlante per proseguire con Il paese dei balocchi, Vendo bagnoli, La mia città, Meno male che non c’è Nerone, Mangiafuoco, Asia, Lei, Notte di mezza estate.
Quartetto e band ora sono tutti insieme (bravissime le violiniste). Un giorno credi, la struggente Chi non salta, La fata. Sul maxischermo scorrono le immagini disneyane di Peter Pan per la celeberrima Il rock di capitan Uncino. La platea si sposta sotto il palco e Bennato non nega il bis. Sale anche Giorgio Ferrara che, con Bennato ora inspiegabilmente stranito (lo era già dal pomeriggio, quando per un problema durante il ceck sound, aveva lasciato a becco asciutto i giornalisti invitati a intervistarlo), annuncia la prossima fatica che attende il cantautore e il Festival dei 2 Mondi. Al sindaco Fabrizio Cardarelli portare il saluto della città. Tra il pubblico c’è chi chiede W la mamma, chi Venderò, chi ancora La Torre di Babele. Il cantante napoletano, in onore di Adriana Asti che ne aveva fatto richiesta, intona nuovamente Sono solo canzonette e chiude la serata con Rinnegato. Piazza Duomo comincia a svuotarsi. Per una sera tutti sono tornati ad essere un po’ Peter Pan.
(Carlo Ceraso, Sara Cipriani, Leonardo Perini)
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