Spoleto, Mostro delle mura: costruttore “se chiedono scusa ritiro querele. In un paese civile si fa così” - Tuttoggi.info

Spoleto, Mostro delle mura: costruttore “se chiedono scusa ritiro querele. In un paese civile si fa così”

Redazione

Spoleto, Mostro delle mura: costruttore “se chiedono scusa ritiro querele. In un paese civile si fa così”

Sab, 23/02/2013 - 17:42

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Car. Cer. – Rodolfo Valentini, rappresentante della società Madonna delle Grazie che costruì i palazzi della Posterna, meglio noti come Mostro delle mura, non ha alcuna intenzione di ritirare le querele per diffamazione contro chi lo insultò e offese durante la manifestazione cittadina del 9 giugno 2007. Il costruttore risponde così alla richiesta del consiglio comunale della scorsa settimana (qui) che ha impegnato il sindaco a trovare una soluzione al fine di evitare il processo a coloro che sono finiti alla sbarra.
Esigo le scuse” – Valentini non sembra voler chiudere tutte le porte agli imputati. “Io non avevo e non ho nulla contro chi manifesta, ma non tollero chi offende e ingiuria. In quel corteo ci sono state persone che hanno offeso la mia persona in modo pesante e gratuito. Vengano da me a chiedere scusa e ritirerò le querele, in un paese civile si fa così”, dice a Tuttoggi.info.
L’occasione per contattare Valentini è stata l’invio a Tuttoggi.info di un documento che a suo dire metterebbe in risalto “l’incoerenza del sindaco Benedetti, al tempo dei fatti assessore all’urbanistica”. Si tratta del Verbale della Commissione edilizia integrata nella seduta del 15 febbraio 2006. Leggiamo: “La commissione esprime parere favorevole all’intervento proposto con la seguente motivazione: l’articolazione dei volumi, la loro composizione, la scelta dei materiali proposti rappresentano, a parere della Commissione, un buon risultato soprattutto relativamente all’inserimento della nuova costruzione nel sito previsto. Inoltre le caratteristiche dimensionali, in particolare per quanto riguarda le altezze, risultano “assorbite” dal contesto urbano esistente, come ben evidenziate nella “tavola 7” degli elaborati allegati”.
La firma in calce al documento è in effetti di Benedetti, inq ualità di presidente della commissione, carica ricoperta dall’assessore all’urbanistica. “Non capisco come mi possa chiedere di ritirare le querele quando lui è stato il primo ad approvare il progetto” incalza Valentini.
Ma dal comune fanno sapere che Benedetti, pur presiedendo la Commissione, non aveva alcuna voce in capitolo in quanto la Commissione è “composta di figure professionali tecniche e il presidente non ha possibilità di voto, né può esprimere pareri su materie squisitamente tecniche. Al presidente spetta solo ratificare quanto stabilito dai membri ed è quello che l’allora assessore Benedetti ha fatto rispettando la norma”.
Non resta che vedere cosa faranno ora gli imputati: accettare l’invito di Valentini o presentarsi in Aula per difendersi dall’accusa di diffamazione? Mentre sulla costruzione pende la spada di damocle della Corte di Cassazione cui si è rivolta la procura generale della Corte d’Appello di Perugia dopo che in secondo grado il tribunale del capoluogo umbro ha mandato assolti i sei tecnici finiti al centro delle indagini e annullato il provvedimento di demolizione di almeno uno dei due manufatti, come aveva disposto invece la sentenza di primo grado.
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