Claudio Bianchini
Le dimissioni di Papa Benedetto XVI rischiano di causare serie conseguenze anche al ‘centro del mondo’. L’asse tra Città del Vaticano e città della Quintana, corre sulla scia della Beata Angela. L’abbandono del Pontefice ha messo in allarme studiosi e fedeli, ora infatti si teme uno slittamento ‘sine die’ della canonizzazione. E pensare che mai come in questi giorni l’obiettivo era a portata di mano. Un traguardo raggiunto dopo oltre sette secoli di attesa, per l’esattezza 704 interminabili anni. Una decina di giorni fa, monsignor Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia in qualità di presidente della Conferenza episcopale umbra, annunciò che la mistica folignate sarebbe diventata santa entro il 2013. Una notizia tanto attesa quanto inaspettata. Doppia soddisfazione, per il fatto che lo sarebbe diventata senza seguire il classico iter di canonizzazione attraverso la Congregazione delle cause dei santi, ma grazie ad uno specifico decreto papale del Santo Padre Joseph Ratzinger. Una sorta di corsia preferenziale, una scelta motu proprio del dimissionario Papa Benedetto XVI. Paradossalmente, se il processo fosse passato attraverso la congregazione non avrebbe subito stop né particolari intralci, in questo caso invece, il problema si pone. A rilanciarlo pubblicamente è Don Sergio Andreoli, sacerdote folignate da sempre studioso della Beata Angela alla quale ha dedicato pubblicazioni, libri e persino siti internet. “Dopo l’annuncio dell’11 febbraio, che ci sia una interruzione del cammino di Angela verso la canonizzazione, è possibile – scrive Don Sergio – e lo temo, non lo nascondo. E’ tanta però la mia attesa dell’evento, che nutro la speranza che nei quindici giorni che ci separano dal 28 febbraio, il Papa firmi il decreto di canonizzazione – si legge nell’appello – anche per legare indissolubilmente il proprio nome a quello della Maestra dei teologi”. Ci sono ancora due settimane di tempo quindi, per non deludere aspettative che hanno attraversato secoli e secoli. “Se questo non avverrà, pazienza – prosegue Don Sergio Andreoli – aspetteremo ancora, che il nuovo Sommo Pontefice, presa visione del lavoro svolto in Vaticano, e in precedenza dalla Diocesi di Foligno di cui è vescovo monsignor Gualtiero Sigismondi, faccia suo il progetto di Benedetto XVI e proclami Santa la poverella di Foligno”. Se la firma di Papa Ratzinger non sarà posta entro fine mese, non resterà quindi che confidare nella buona volontà prossimo successore di Pietro.