Francesco de Augustinis
E' approdata in parlamento la vicenda dei Gazebo Fotovoltaici di Ener e Energesco, venduti a 400 famiglie dell'Umbria e a molte altre in tutta Italia grazie al supporto e all'intermediazione di decine di comuni ed enti locali, ma mai realizzati.
La settimana scorsa la camera di Montecitorio ha discusso l'interpellanza presentata dalla senatrice umbra del Pd Anna Rita Fioroni, che chiedeva conto al ministero dell'Ambiente del patrocinio concesso all'iniziativa, che si è poi rivelata un colossale bluff sul quale sono mobilitate oggi diverse procure in tutto il Paese, tra cui quella di Perugia e quella di Terni.
Il patrocinio – Il patrocinio concesso dal dicastero allora diretto da Stefania Prestigiacomo potrebbe aver avuto un ruolo determinante nel convincere della serietà del progetto le decine di enti, comuni e comunità montane che poi se ne sono fatte promotrici a loro volta con i cittadini. Un corto circuito probabilmente non casuale, in cui una proposta rivelatasi di fatto truffaldina ha finito per essere veicolata da enti e comuni ai propri cittadini, spingendoli a indebitarsi per oltre 22mila euro con delle finanziarie in cambio di gazebo per la produzione di energia elettrica mai realizzati. Con l'associazione Ener e la società Energesco che sono nel frattempo scomparse nel nulla.
“L'Ener richiese al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di patrocinare l'evento di un convegno organizzato nel comune di Fiuggi, da tenersi in data 31 luglio 2008 presso il Teatro comunale, avente ad oggetto la sensibilizzazione all'utilizzo delle energie prodotte da fonti rinnovabili”, ha risposto all'interpellanza il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare Tullio Fanelli. Il funzionario ha ribadito, come d'altronde dimostrano le carte (leggi il documento di patrocinio), che il patrocinio fu concesso dal ministero per il solo convegno di presentazione dell'evento e non per l'intero progetto.
“Il Ministero, in seguito, avuta notizia che sul sito dell'Ener, nonché ad opera di alcuni funzionari del suddetto ente, fosse riportato in maniera del tutto errata che l'ottenimento del patrocinio da parte del Ministero non dovesse riferirsi ad un solo convegno, ma riguardare l'intero progetto, immediatamente ha avanzato contestazione all'Ener, disponendo di non aderire ad eventuale nuova simile richiesta”, ha detto Fanelli.
Sarebbero state dunque Ener ed Energesco, secondo Fanelli, ad arrogarsi un patrocinio mai concesso sull'intera iniziativa, forzando abilmente gli ingranaggi delle istituzioni. Resta l'interrogativo di come mai una semplice associazione, l'Ener, sia riuscita ad ottenere un patrocinio addirittura da un ministero per un semplice convegno. E resta la curiosità di come mai il sottosegretario di quel ministero continui a definire l'Ener ancora oggi “ente” solo perché il nome dell'associazione (una Onlus, tra l'altro) è “Ente nazionale per le energie rinnovabili”.
Ministero parte civile – “Vista la gravità della vicenda, da dove sembra emergere con chiarezza che gli indagati hanno carpito la fiducia di una molteplicità di cittadini, utilizzando anche illecitamente il nome del Ministero dell'ambiente che, di conseguenza, ha subito rilevanti danni alla propria immagine, è intenzione del ministero, una volta valutate le probabilità di successo dell'iniziativa giudiziaria, costituirsi parte civile per i danni subiti”, ha detto senza equivoci Fanelli, secondo cui la sarà la via giudiziaria a risarcire le centinaia di famiglie coinvolte.
Consumatori all'attacco – Nel gioco di rapporti che sembra sottendere all'intera vicenda sono caduti anche decine di enti, comuni e comunità montane in Umbria, che adesso devono vedersela con la carica di Federconsumatori Perugia, impegnata in prima fila nella vicenda, per annullare le rate da 235 euro al mese che ancora gravano sulle famiglie.
“Federconsumatori Perugia ha inviato precisa richiesta ai Comuni e alle Comunità Montane interessati per avere entro trenta giorni i documenti riguardanti le graduatorie degli ammessi e degli esclusi al bando per il progetto fotovoltaico”, afferma Alessandro Petruzzi, presidente dell'associazione di consumatori. “In assenza di risposte chiederemo l'attivazione del commissario ad acta del Ministero degli Interni. Lo facciamo convinti di precise responsabilità formali da parte degli enti locali”.
Procure al lavoro – Il caso Energsco è ancora oggi sul tavolo di diverse procure in tutta Italia, tra cui quelle di Perugia e Terni. Secondo quanto riferito dagli uffici di Terni al ministero, ci sarebbero numerosi procedimenti penali pendenti nei confronti della società Energesco. La procura di Perugia è invece al lavoro su un procedimento penale in cui l'Energesco deve rispondere di truffa e di ricettazione di pannelli solari rubati, per l'unico carico di pannelli consegnato alle famiglie umbre, rivelatosi poi rubato.
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