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La ICR chiude lo stabilimento di Perugia

Redazione

La ICR chiude lo stabilimento di Perugia

Mer, 01/02/2012 - 16:15

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Dopo l’incontro in Confindustria a Perugia del 30 Gennaio, i 23 lavoratori dello stabilimento delle Industrie Chimiche Reggiane (ICR) di Olmo, a Perugia, si sono riuniti ieri in assemblea insieme alla segreteria provinciale della Filctem Cgil di Perugia, per discutere l’improvvisa e drastica posizione della società chimica di Reggio Emilia. Oltre al merito della posizione dichiarata dal mangement dell’azienda, ovvero la chiusura dello stabilimento di Perugia per ristrutturazione del gruppo, i lavoratori ritengono incomprensibile l’atteggiamento della ICR, che prima di iniziare qualsiasi confronto con il sindacato e la Rsu, abbia proceduto alla revoca dell’affitto dello stabilimento di proprietà della famiglia Generosi. “Un atto grave, che unilateralmente decreta, prima di ogni confronto con le parti sociali, la chiusura dello stabilimento e con esso la cancellazione dei 23 posti di lavoro di Perugia”. ICR – S.p.a. ha acquisito il sito produttivo nel 2001, allora di proprietà della famiglia Generosi, con il marchio BRENEN S.a.s, costituito nel 1966. Il sito ha fatto ricerca e innovazione da sempre ed ha prodotto ininterrottamente vernici per l’Industria, per la Plastica e per la Vetroresina. “Come Filctem Cgil riteniamo incomprensibile – si legge nella loro nota – il piano industriale presentato in Confindustria, perché nella sua fase riorganizzativa prevede, con l’acquisizione di un nuovo sito a Lodi con 30 lavoratori addetti, il trasferimento, in detto sito, di alcune produzioni di Reggio Emilia, ristrutturando alcune posizioni di lavoro, ma cancellando al tempo stesso il sito produttivo di Perugia, dove non si sono mai registrate difficoltà produttive e dove si sono sempre onorate le produzioni per far fronte agli ordinativi con pochi investimenti infrastrutturali dedicati. Un sito efficiente e perfettamente funzionante, che non ha responsabilità nelle annunciate valutazione di indebitamento del Gruppo, casomai bisognerebbe riflettere sulle scelte strategiche che ICR ha effettuato negli ultimi 10 anni”. La segreteria della Filctem Cgil di Perugia, insieme ai lavoratori, chiama tutti, Confindustria, Provincia di Perugia, Comune di Perugia e Regione, ad un atto di consapevolezza, perché la crisi, che è evidente a tutti, non diventi uno strumento da utilizzare, impropriamente, per ridisegnare confini industriali, fondati nella speculazione, che tendono a mettere in difficoltà il territorio Perugino, ma più complessivamente la regione Umbria. Diventa facile, per logiche di mercato e per costi di logistica, pianificare nel tempo il riposizionamento delle produzioni all’interno dei confini di regioni del nord, dove questa azienda ha la propria sede, ma con questa logica più in generale si rischia, dopo che le aziende hanno acquisito il marchio e il rispettivo portafoglio commerciale, la desertificazione del territorio con la chiusura delle imprese, la perdita di attività indotte, che inevitabilmente provocano perdita di posti di lavoro e di conseguenza l’impoverimento del nostro territorio regionale. I lavoratori della ICR di Perugia chiedono il mantenimento del sito produttivo, anche attraverso una fase di ristrutturazione, con le attività del Laboratorio di ricerca e innovazione ed una sede di logistica utile ad alimentare la domanda del mercato del Centro-Sud d’Italia, così da poter garantire una parte delle posizioni di lavoro oggi presenti. Nel frattempo i lavoratori, insieme alla segreteria provinciale della Filctem Cgil, proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale dello stabilimento di Perugia, con il blocco di tutte le attività fuori dal normale orario di lavoro, in attesa dell’incontro fissato per il 09 febbraio, in Confindustria a Perugia, che possa dare risposte diverse da quelle della chiusura del sito produttivo.


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