Mentre a Perugia il senatore Simone Pillon sta riorganizzando la Lega su incarico di Matteo Salvini, a Roma si preparano le manifestazioni di settembre in vista della ripresa della discussione sul disegno di legge presentato dall’avvocato perugino in materia di famiglia e affido dei figli.
Così Pillon riorganizza la Lega a Perugia e a Corciano
“Non si usano bambini e bambine contro i genitori! Nessun testo unificato su separazione, mediazione obbligatoria bigenitorialità, mantenimento diretto” attacca l’associazione nazionale dei Telefoni Rosa, che ha appunto indetto una manifestazione nazionale a Roma per sabato 28 settembre, sotto lo slogan: «No Pillon e Ddl collegati».
Ma la protesta coinvolge vari movimenti femministi, le associazioni di donne, i centri antiviolenza, i collettivi, le organizzazioni. Anche Cgil e Uil parteciperanno alla manifestazione.
E questo in vista della ripresa, a settembre, della discussione del contestato ddl Pillon. Lo scorso 23 luglio il disegno di legge sull’affido condiviso era tornato infatti in Senato, all’esame della commissione Giustizia, scatenando la mobilitazione – in piazza e in rete – di opposizioni e associazioni per i diritti delle donne, da sempre contrarie alla riforma del diritto di famiglia che porta il nome del senatore leghista. La commissione aveva rinviato la discussione a settembre e riaffidato allo stesso senatore leghista il ruolo di relatore: riscriverà il testo sull’affido condiviso mediando tra le diverse proposte.
Tre i punti contestati: i bambini “con la valigia”, cioè l’obbligo di frequentazione “paritario” dei genitori separati da parte dei figli, che creerebbe, dicono gli oppositori, un esercito di «bambini con la valigia» sballottati tra due realtà; lo stop all’assegno, con la cancellazione dell’assegno di mantenimento così come previsto attualmente; la mediazione a pagamento obbligatoria.
Per il futuro del ddl Pillon molto peserà, a questo punto, il livello dei rapporti tra Lega e Movimento 5 stelle, con i pentastellati che già nelle scorse settimane avevano provato una mediazione per attenuare alcune delle misure previste nel testo.