CENTINAIA DI STUDENTI STAMATTINA IN DUOMO PER LA MESSA NATALIZIA CON L'ARCIVESCOVO (Photogallery - Leggi l'omelia) - Tuttoggi.info

CENTINAIA DI STUDENTI STAMATTINA IN DUOMO PER LA MESSA NATALIZIA CON L'ARCIVESCOVO (Photogallery – Leggi l'omelia)

Redazione

CENTINAIA DI STUDENTI STAMATTINA IN DUOMO PER LA MESSA NATALIZIA CON L'ARCIVESCOVO (Photogallery – Leggi l'omelia)

Lun, 22/12/2008 - 15:21

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“Tu vuoi essere libero: eppure ti assoggettano, con molta abilità, a schemi già decisi. Vuoi essere alternativo, trasgressivo; accorgiti che qualche volta c'è il rischio che ti facciano diventare un pupazzo”. Sono le parole dell'arcivescovo Riccardo Fontana, che questa mattina ha accolto in duomo centinaia di studenti delle scuole superiori di Spoleto in vista del Natale. Una celebrazione piuttosto “chiassosa”, dato il brusio maleducato di alcuni ragazzi, che invece di rispettare il luogo sacro hanno preso la messa solo come un modo per saltare la scuola. Numerosi, invece, quelli che hanno deciso di vivere in prima persona la celebrazione eucaristica, cantando nel coro costituito per l'occasione e leggendo le preghiere.

A tutti, comunque, monsignor Fontana ha espresso un accorato appello. “Sento dire – ha detto nel corso dell'omelia – che anche a Spoleto, tra i ragazzi, c'è molta solitudine e anche un po' di sofferenza. Si afferma, pericolosamente, un mondo virtuale a danno della realtà che, anche se difficile e scomoda, va affrontata e cambiata, non surrogata con i sogni e le evasioni artificiose. Ci sono tanti che non riescono a uscire dal loro piccolo cerchio di conoscenze. Eppure vorrebbero vivere diversamente. Pensate che c'è gente che vive tutta la settimana annoiata, sperando di divertirsi il sabato e la domenica”.

Il presule ha affermato che oggi c'è bisogno di buoni maestri, di persone che stiano accanto ai giovani, non con prediche e parole vuote, ma diventando autorevoli guide verso la libertà del cuore. “Tutti corrono, ha detto mons. Fontana, ma molti non sanno dove andare. Hai presente le discussioni infinite sulla domanda: dove si va? Dove si va il sabato sera.dove si va in vacanza.dove si va a incontrare gli altri. Dove si va, che diventa cosa fare da grande. E' come chiedersi se il lavoro è il modo che ti sei scelto per cambiare il mondo e renderlo più bello, o è solo una cosa obbligata, che ti dà fatica e da cui evadere. Ecco dove andare! C'è una ricerca di senso, che viene da te. Una ricchezza che ti è offerta, ma che, a volte, i ragazzi non sanno neppure che ha un gran valore e, soprattutto, che possono servirsene. Dov'è? Il mondo può essere molto bello, se ti impegni a cancellarne le storture. Una storia d'amore è sempre delicata: vivila! La vita è bella, non ti fare imbrogliare!”.

Al termine della celebrazione eucaristica mons. Fontana ha donato ai ragazzi un cd dal titolo “La bella notizia”, una lettura del Vangelo secondo Marco fatta dai ragazzi di Spoleto, membri della pastorale giovanile diocesana, per i loro coetanei, usando la nuova versione della Bibbia edita dalla Conferenza Episcopale Italiana nell'ottobre 2008.

Ecco il testo completo dell'omelia dell'arcivescovo

Cari ragazzi,

Volentieri vi accolgo in Duomo, per questo momento di preghiera, inpreparazione al Natale. Mi piace che alcuni di voi abbiamo preso l'iniziativa diproporre a tutti questa occasione, che vuole aiutare i più giovani della città, allaricerca del senso delle feste che stiamo per celebrare.Il 25 dicembre i cristiani d'Occidente, fin dai tempi degli Apostoli, usanoricordare la nascita di Gesù. Nello stesso giorno gli antichi romani festeggiavano ilsole che, dopo l'equinozio d'inverno, tornava a risplendere, illuminando e dandocalore ai giorni dell'anno. Questa festa è per ridirci la fede dei padri: Gesù, il Figliodi Santa Maria, è la luce che fa riscoprire le bellezze del creato e fa spazio allascintilla d'amore che ogni persona porta nel cuore.

Vale la pena di fermarci nella corsa quotidiana; di raccogliere la proposta cheviene dagli amici di Gesù, i cristiani, che hanno saputo fare molta strada, motivatidal Vangelo.

Con piacere, a voi che vi siete fatti grandi, provo a dirvi che conosco una “bellanotizia” – questo vuol dire la parola greca che traduciamo Vangelo – e che stamani, inbreve, voglio raccontarvela.Avete ascoltato dalla Bibbia due storie antiche, che mi piace riprendere: lavicenda di Samuele, che dedica la sua vita a fare il Profeta di Dio; la gioia di SantaMaria, che si accorge della concretezza di Dio. Dio non solo promette, ma fa i fatti.Alla parola dell'Angelo, accolta come sapete non senza trepidazione dalla Madonna,la risposta di Dio è che il bambino Gesù le sussulta nel grembo.La prima è una storia di senso; la seconda una storia gioiosa. Entrambeavvengono in umiltà e semplicità; ma proprio per questo danno risposte piene disignificato oggi. Lo sapete tutti come Gesù, il Figlio di Dio, venendo al mondo nonfece ostentazione di potere, ma scelse d'essere tra i poveri della terra, perfinoignorato dai grandi e bisognoso di tutto; anche di una fascia per non morire di freddo,deposto com'era nella paglia, perché per lui non c'era neppure una culla. Il bue el'asinello, gli animali, la natura ebbero più rispetto per Dio che gli abitanti della terra,anche quella volta preoccupati solo di sè stessi.

Dio volle avere bisogno degli uomini e delle donne e seguita a fare così. Ilgiovane Samuele è l'uomo dalle mille domande: prima di diventare amico di Dio, sichiede molte volte che senso abbia giocarsi la vita per gli altri. Samuele, stamani, èin buona compagnia: credo che molti di voi siano nell'età giusta per chiedersi checosa farsene della vita o come valga la pena di giocarsela.Credo che voi ragazzi potreste farmi bene da Ambasciatori, cioè far arrivarecon autorevolezza quello che vi dico alle persone alla quali vi mando; questopotrebbe essere un gesto concreto, una proposta per un Natale alternativo. Potreste essere Ambasciatori presso i vostri coetanei e i vostri amici che ora non sono qui eche pure sono interessati a questa “bella notizia”.

Sento dire che anche a Spoleto, tra i ragazzi, c'è molta solitudine e anche unpo' di sofferenza. Si afferma, pericolosamente, un mondo virtuale a danno della realtàche, anche se difficile e scomoda, va affrontata e cambiata, non surrogata con i sognie le evasioni artificiose. Ci sono tanti che non riescono a uscire dal loro piccolocerchio di conoscenze. Eppure vorrebbero vivere diversamente. Pensate che c'è genteche vive tutta la settimana annoiata, sperando di divertirsi il sabato e la domenica.Divertirsi è una parola magica, ma difficile: vuol dire essere diversi. Ma quando c'haipochi anni è difficile essere diversi. Soprattutto in questo momento in cui molti tifanno diventare “omologato”, come la moto, come la macchina… Cioè uguale a tuttigli altri oggetti del medesimo modello. Ti dicono come vestirti, dove andare, cosafare. Stai attento a non diventare un oggetto, un manichino, una cosa. Moltivorrebbero essere rispettati dagli altri e allora provano a copiare quei personaggitelevisivi, della carta stampata, quelle persone che ritrovi nelle fictions…quelli di cuii tuoi amici parlano sempre: modelli, non solo dei vestiti e delle scarpe, ma anche deicomportamenti e della vita. Quelli che paiono considerati dagli altri. Tu vuoi esserelibero: eppure ti assoggettano, con molta abilità, a schemi già decisi. Vuoi esserealternativo, trasgressivo; accorgiti che qualche volta c'è il rischio che ti faccianodiventare un pupazzo. Ci sono ragazzi che si rendono conto di non essere moltocapaci a farsi stimare e considerare e allora si tormentano: io credo che ci soffranodavvero. Si adagiano. Fanno quello che fanno tutti: “O ma', lo fanno tutti!”.

C'è bisogno di buoni maestri, di persone che vi stiano accanto, non conprediche e parole vuote, ma diventando autorevoli guide verso la libertà del cuore.Non c'è niente di più bello che essere educatori; niente cambia di più il mondo cheaiutare le generazioni nuove ad esprimersi, nella ricerca della libertà, nellapromozione della pace, nella edificazione della civiltà dell'amore.Eppure c'è una via d'uscita. Forse noi non sappiamo neppure parlare la vostrastessa lingua e allora non riusciamo a spiegarvi qual è la via d'uscita, dov'è… E' unastoria d'amore. Perfino Dio è per amore che mi è venuto a cercare, ha accettatol'umiliazione e le prove della vita: questa è la lezione del Presepe. Ascolta e capisci,che ne sei capace, se vuoi! Ogni uomo possiede veramente solo quello che ha donato.Sei veramente libero, solo se se sai donarti agli altri. Sei grande, solo se impari adamare.

Tutti corrono, ma molti non sanno dove andare. Hai presente le discussioniinfinite sulla domanda: dove si va? Dove si va il sabato sera…dove si va invacanza…dove si va a incontrare gli altri… Dove si va, che diventa cosa fare dagrande. E' come chiedersi se il lavoro è il modo che ti sei scelto per cambiare ilmondo e renderlo più bello, o è solo una cosa obbligata, che ti dà fatica e da cuievadere. Ecco dove andare! C'è una ricerca di senso, che viene da te. Una ricchezzache ti è offerta, ma che, a volte, i ragazzi non sanno neppure che ha un gran valore e,soprattutto, che possono servirsene. Dov'è? Il mondo può essere molto bello, se tiimpegni a cancellarne le storture. Una storia d'amore è sempre delicata: vivila! Lavita è bella, non ti fare imbrogliare!In qualche modo sei venuto stamani alla grotta di Betlemme: decidi te se vuoiessere come quei pastori antichi che, senza pretenzione, ascoltarono la parola degliAngeli e cambiarono il mondo; o come le pecore che, in branco, rimasero comunquespettatrici, incapaci di capire di fronte al miracolo di Dio che, pur di dialogare con te,si fa bambino; pur di aiutarti si fa piccolo e povero.Stamani, ragazzi siete venuti sulla terra santa dei vostri avi; tocca a voiscegliere al bivio, se andare verso Betlemme, la città di Gesù; oppure verso Babele eBabilonia, le città della confusione e della discordia.

Il mio augurio di Natale è che ciascuno di voi ritrovi l'orgoglio di essere unapersona libera e forte, figlio di Dio, amato, e si rimetta in marcia, perché la strada delparadiso passa attraverso il bene che avrai fatto in questa terra.Ti assicuro che “Dio provvede”, cioè fa il tifo per voi. “A chi lo cerca, mostrasempre il suo volto”.


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