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Vus Spa, I Circoli Umbri di Sel intervengono sulla necessità di mantenere pubblici i servizi locali

Redazione

Vus Spa, I Circoli Umbri di Sel intervengono sulla necessità di mantenere pubblici i servizi locali

Mar, 17/01/2012 - 16:17

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di Salvatore Savastano (*)

Già poche settimane dopo i referendum del 12-13 giugno, nella “manovra di ferragosto”, nel pieno disprezzo della volontà popolare, il governo Berlusconi ha impresso una forte accelerazione al processo di privatizzazione dei servizi pubblici locali. La manovra approvata in fretta e furia, sotto la minaccia dell’incremento dello spread, ha introdotto una norma che impone agli enti locali di assegnare la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica a soggetti individuati mediante gara a evidenza pubblica, oppure, a società miste pubblico – private, con una componente privata non inferiore al 40% del capitale sociale. In buona sostanza il Governo e il Parlamento hanno reintrodotto il contenuto di una norma che un’imponente maggioranza di elettori aveva abrogato mediante il referendum: un durissimo attacco ai più elementari principi democratici e alla cultura dei beni comuni che, con grande impegno e fatica, si stava finalmente radicando nel nostro Paese.
Per impedire tale aggressione ai beni comuni, in accordo con alcuni autorevoli esponenti del comitato referendario, giuristi e docenti universitari, la Regione Puglia e la Regione Marche hanno impugnato il provvedimento innanzi alla Corte Costituzionale.
In attesa dell’esito del ricorso, anche il territorio della valle umbra sud è chiamato a misurarsi con i contenuti della manovra economica dello scorso agosto.
Rispetto a tale contesto SEL ribadisce con convinzione il valore del sistema di gestione interamente pubblico del servizio idrico. In questo senso accogliamo con soddisfazione la notizia che, in questi ultimi giorni, nel territorio dell’ATI3 il PD abbia espresso un giudizio favorevole sulle proposte del Sindaco di Campello sul Clitunno, Paolo Pacifici, e dell’Assessore alla Cultura ed all’Ambiente del Comune di Foligno, Elisabetta Piccolotti, di tornare a una gestione consortile del servizio idrico, chiudendo definitivamente l’esperienza della società di diritto privato.
In riferimento al ramo rifiuti riteniamo, in primo luogo, indispensabile perseguire una strategia che conduca all’obiettivo “rifiuti zero”. In questo senso esprimiamo la nostra più ferma contrarietà a ogni ipotesi di incenerimento dei rifiuti, tanto nei cementifici, quanto attraverso la costruzione di nuovi inceneritori che conduce nella direzione opposta alla chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti. Crediamo siano necessari significativi investimenti per la realizzazione di nuovi impianti moderni e all’avanguardia per il trattamento dei rifiuti; che si lavori per consolidare i sistemi di selezione a monte e a valle; che si investa sulla ricerca scientifica e sull’innovazione tecnologica anche sul territorio e che si attivino percorsi virtuosi che tutelino l’ambiente, i cittadini e la loro salute.
Riteniamo necessario che si apra un ampio e partecipato dibattito nei consigli comunali, nelle Giunte, ma anche e soprattutto nella società civile, per la costruzione partecipata di un piano industriale finalizzato al raggiungimento di questi obiettivi. A tale scopo, facciamo appello alla regione e ai consiglieri regionali del territorio affinché propongano in tempi brevissimi la modifica dei documenti di programmazione della Regione (Dap e Piano Regionale dei Rifiuti), in cui si prenda atto che le previsioni in essi contenute sono state completamente disattese e se ne introduca di nuove e diverse che eliminino l'inceneritore e prevedano la quasi autosufficienza dell'Ati3 con la costruzione in questo territorio degli impianti innovativi e non inquinanti della strategia cosiddetta Rifiuti Zero. Aggiungiamo che l'autosufficienza del nostro territorio – unica garanzia di costi accettabili per i cittadini – potrebbe essere assicurata anche in fase di transizione al nuovo modello grazie al possibile e contenuto ampliamento della discarica di Sant'Orsola.
Questi devono essere i punti irremovibili di ogni discussione sul futuro assetto societario di Vus. E’ sbagliato ed anacronistico tradire la fiducia della gente nella nuova cultura dei beni comuni. Parafrasando lo slogan che ha portato tanta fortuna al popolo del referendum: si scrive “acqua pubblica” e “rifiuti zero”, si legge democrazia.
Purtroppo, la bozza di decreto legge sulle liberalizzazioni, allo studio del Governo Monti e la cui approvazione è annunciata per i prossimi giorni, potrebbe determinare ulteriori sviluppi in negativo di questo dibattito. In attesa di conoscere i contenuti definitivi del decreto liberalizzazioni, è in ogni caso fondamentale attendere l’esito del giudizio di costituzionalità della manovra di ferragosto. Prima di venire in possesso di queste fondamentali informazioni, riteniamo che non si possa procedere all’assunzione di alcuna scelta con effetti definitivi.
Ci domandiamo, peraltro, perplessi come sia possibile che la Regione Umbria abbia ritenuto di non dover seguire l’esempio delle regioni Puglia e Marche, in difesa dell’idea di “servizi pubblici come beni comuni” e per quale motivo non abbia voluto opporsi innanzi alla Consulta contro la smania privatizzatrice dell’ultima manovra economica del Governo Berlusconi.
SEL si augura, infine, che il gruppo parlamentare del PD vigili sull’operato del Governo in relazione al tema delle liberalizzazioni, rispetto alla tutela dei beni comuni e alla gestione pubblica dei servizi di interesse collettivo con particolare riguardo alla inaccettabile e gravissima ipotesi di liberalizzazione del sistema di gestione del servizio idrico, ancora una volta in barba ai risultati dei referendum e al pronunciamento di 27 milioni di italiani.

(*) Per i Circoli Umbri il Coordinatore circolo Sel di Foligno


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