Si mobilitano anche i genitori umbri per ottenere i rimborsi delle gite scolastiche 2020 annullate a causa del Covid 19: “Il voucher al posto del rimborso in denaro, oltre che non condivisibile, è oggettivamente ingiusto perché non garantisce al consumatore la restituzione effettiva del servizio acquistato”, si legge nel link della petizione di Confconsumatori che ha raggiunto oltre 20.000 sostenitori sugli almeno 25.000 previsti.
I rimborsi in denaro ci sono: ecco quando
Le gite delle scuole sono state sospese dal 25 febbraio, prima del blocco totale, e anche in Umbria molti istituti scolastici avevano già versato le quote ricevute dai genitori. Alcuni dei versamenti per le gite scolastiche annullate dal coronavirus potranno essere riottenuti, nel caso dei viaggi della scuola dell’infanzia, che di solito hanno una portata e un esborso di denaro limitato, o di classi terminali della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado.
Per chi invece non ha figli all’asilo o in quinta elementare, terza media, quinta superiore, in molti casi i rimborsi delle gite scolastiche sono in voucher da utilizzare entro un anno dall’emissione. E il problema è che se in una prima versione del decreto sul rimborso per le gite prevedeva che il tour operator poteva proporre un voucher o offrire un pacchetto alternativo che il cliente poteva rifiutare e farsi rimborsare in toto la cifra spesa, ora il tour operator “impone” il voucher.
Confconsumatori: “Voucher gite scolastiche a rischio lievitazione dei prezzi”
Ma Confconsumatori, che ha lanciato una petizione su change.org indirizzata a Mattarella, Conte, Casellati e Fico, spiega che “nel momento in cui il turista sceglierà di utilizzare il voucher per l’acquisto di un nuovo pacchetto turistico, di un titolo di viaggio o di un soggiorno si potrebbe trovare di fronte ad una lievitazione dei prezzi, che lo costringerebbe ad un ulteriore esborso per garantirsi un servizio di qualità equivalente a quello annullato. Per tali motivi il voucher, a prescindere dalla brevità della durata di un anno, è una soluzione del tutto ingiusta di per sé“.
Per questo l’associazione “chiede la modifica delle attuali previsioni legislative (art. 28 Decreto legge n. 9/2 marzo 2020 ora assorbito dal Cura Italia, diventato art. 88 bis)” con l’introduzione della possibilità per il consumatore di ottenere i rimborsi delle gite scolastiche cancellate dal coronavirus in denaro e non in voucher.