Jac. Bru.
E’ iniziato nel peggiore dei modi il 2013 nel supercarcere spoletino di Maiano. Nel pomeriggio di ieri, primo gennaio, un detenuto 21enne di nazionalità egiziana ha aggredito un’agente di polizia penitenziaria nel momento in cui quest’ultimo gli stava aprendo la porta della cella per permettergli di raggiungere le docce. L’egiziano, di punto in bianco, gli ha sferrato un pugno in faccia, costringendolo a ricorrere alle cure dei sanitari in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale di Spoleto, che hanno giudicato guaribili le sue lesioni in 5 giorni.
Regime “buonista” – In una nota diramata attraverso il proprio sito internet il SAPPE, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, stigmatizza con decisione il grave episodio di violenza – che richiama alla mente quello ancor più grave accaduto in luglio ai danni di un assistente capo, brutalmente percosso da un detenuto condannato per associazione mafiosa – denunciando allo stesso tempo “l’applicazione troppo buonista del sistema sanzionatorio previsto dalla legge, per colpa della quale nel carcere di Maiano si va a perdere la funzione deterrente e di prevenzione a non far commettere ai detenuti azioni contrarie alle norme”. Nel comunicato, inoltre, si fa riferimento al divieto, per il personale di polizia penitenziaria, di avere con sé qualsiasi tipo di arma; “è pertanto evidente la difficoltà di intervento in casi estremi e da fronteggiare con immediatezza, anche quando ci si trova davanti a soggetti in possesso di armi improprie, come lamette modificate o altre armi da taglio rudimentali”.
Detenuto sfregiato – L’aggressione all’agente, tra l’altro, non è l’unico episodio di violenza avvenuto di recente a Maiano. Solo il giorno prima, infatti, un detenuto ne aveva aggredito un altro sfregiandogli il volto con una lametta da barba. “Solo grazie alla professionalità degli agenti in servizio – si legge nel comunicato – è stato evitato il peggio”.
Mancano 55 agenti – Pur ammettendo che rispetto a sei mesi fa la situazione tra le mura del supercarcere è un po’ migliorata, il SAPPE ci tiene a sottolineare che gli attuali 635 detenuti sono comunque superiori di 5 unità al numero massimo (senza contare i 40 fuori sede solo momentaneamente per svolgere processi penali) e che il numero degli agenti in organico è tuttora carente di 55 unità rispetto alle 307 previste dal regolamento. “Pertanto – scrivono i responsabili del sindacato nell’ultima parte della nota – auspichiamo che gli episodi di violenza siano sanzionati con fermezza dalla direzione e che il dipartimento di amministrazione penitenziaria studi la possibilità di utilizzo di sistemi o armi a scopo difensivo, come già ci risulta che avvenga in altre nazioni”.
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