Grazie alla passione di Giovanni Castellini Rinaldi, giovane ternano di 23 anni, da 5 impegnato nello studio di Villa Palma, l’interesse per il prestigioso immobile di Terni è finito all’attenzione dell’ex ministro Massimo Bray. Il tenace studente (sull’esempio dell’attivismo dell’associazione Terni Città Futura che era riuscita a sottoporre la questione dell’abbandono della villa a Vittorio Sgarbi) con l’entusiasmo è riuscito della forza delle idee dei giovani a mettersi in contatto con l’ex ministro scrivendogli una lettera:
“Siamo riusciti a far pressioni sulla proprietà affinchè facesse dei preliminari lavori di messa in sicurezza, in particolare montarono due anni fa una tettoia sopra al tetto che ormai era diventato un colabrodo, causando tramite le infiltrazioni d’acqua il crollo del soffitto decorato di due stanze del piano nobile. […] La società proprietaria della Villa è fallita ed ora è in gestione ad un curatore fallimentare. Dalla Villa è stato trafugato ed asportato qualsiasi bene rivendibile ed asportabile (anche gli stemmi nobiliari in marmo oltre ai mobili) […]. Io dal 2011 monitoro la situazione di degrado della Villa e la documento fotograficamente, mi sono preso un po’ il ruolo di angelo custode di questo bene, un po’ come il suo amico Tommaso Cestrone fece per Carditello. […] Consapevole ormai che non c’è l’interesse da parte di nessuno, pubblico o privato, al recupero del bene […] ho ideato e intrapreso un progetto quasi folle, sono consapevole che sia molto ambizioso. D’altronde se non ci prova un ventitreenne idealista chi potrebbe? Arriverà anche per me l’età della disillusione probabilmente, ma non ancora”.
Massimo Bray, entusiasta dell’interesse del giovane ha rilanciato la questione su Facebook: “L’obiettivo di Giovanni, che condivido e per cui sono pronto a mettere tutto il tempo e le energie che saranno necessarie, non è semplicemente quello di tutelare e valorizzazione un luogo della cultura di cui nessuno si occupa; e neanche solo quello di dimostrare che ci sono modelli economici che possono rendere tutto questo non solo utile socialmente, ma anche sostenibile finanziariamente, ma è anche (e direi soprattutto) quello di risvegliare una comunità che sembra aver smarrito il senso di fiducia, prima ancora che nelle istituzioni che la rappresentano, in se stessa.
Rileggo ancora una volta le parole di Giovanni, rivedo gli occhi di Tommaso e penso: se tutti unissimo le nostre forze, cittadini e istituzioni, potremmo riuscire a fare di Villa Palma un’altra Carditello?
La mia risposta non può che essere sì, Giovanni: incontriamoci, parliamo di tutto quello che potremmo fare insieme a tantissime persone per Villa Palma. E, nel frattempo, chiedo a tutti voi che leggete: fateci sapere cosa pensate di questo progetto e provate a dare a Giovanni e a Villa Palma, ma soprattutto alla comunità che rappresentano anche solo una piccola donazione, un’idea, un progetto, un messaggio di amicizia.
A questo indirizzo trovate la campagna di crowdfunding messa in atto da Giovanni, e più informazioni sul luogo straordinario per cui sogna un futuro migliore: https://www.gofundme.com/abandoned-italian-cultural-heritage”.